Il 20% degli apicoltori trentini non ha ”denunciato” i suoi alveari. A rischio ci sono i contributi europei

di Sergio Ferrari –

Il rispetto dell’obbligo da parte di tutti gli apicoltori trentini garantirebbe l’attuale consistenza del contributo europeo per il sostegno dell’apicoltura la cui entità è rapportata al numero di alveari regolarmente dichiarati.

Alla scadenza del 31 dicembre 2018 prevista dal decreto nazionale che impone l’obbligo di denuncia degli alveari alla banca dati degli allevamenti animali, circa il 20% dei 1800 apicoltori trentini risultava inadempiente.

I medici veterinari centrali e distrettuali dell’azienda provinciale per i servizi sanitari hanno tenuto conto delle difficoltà incontrate da parte di apicoltori anziani e non professionisti nel trasmettere i dati per via telematica.

All’ingiunzione immediata della sanzione prevista dalla normativa nazionale i sanitari trentini suppliscono con un capillare servizio di assistenza ai ritardatari. Il rispetto dell’obbligo da parte di tutti gli apicoltori trentini garantirebbe l’attuale consistenza del contributo europeo per il sostegno dell’apicoltura la cui entità è rapportata al numero di alveari regolarmente dichiarati.

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