Cambiare vita con l’apicoltura, la storia di Alessandro

di Matteo Muzio –

Per valutare i cambiamenti climatici, osservate le api. Per tanti piccoli apicoltori in Italia, questo ha inciso profondamente. Specie se questa era una parte importante del business. Questa è la storia di Alessandro Tubaro, 40 anni, che vive e lavora come agricoltore in Valbrevenna, nell’Appennino Ligure. Come lui, altre persone che raccolgono il miele dalle arnie, hanno attraversato un periodo difficile in un maggio insolitamente freddo.

Ma questa non è la vita che Alessandro ha sempre pensato per sè. Anzi, era partito con un percorso già scritto e molto urbanizzato. Un diploma in ragioneria e molti anni di esperienza da contabile in multinazionali in sedi a Genova e a Milano, ma che portano con loro una sorta di inquietudine permanente: “Ho capito che fuggivo via di continuo e non ero mai contento di quanto facevo. Poi a un certo punto ho realizzato che avevo bisogno di una svolta”. Così ha cercato, insieme al suo compagno, una casa con un appezzamento di terreno nel comune di Valbrevenna, nella frazione di Clavarezza, con venti residenti d’inverno e nessuna attività economica.

Spiega Tubaro: “Dopo un primo lotto di terra, ne ho presi alcuni in comodato della parrocchia, in modo da avere abbastanza spazio per poter coltivare cavoli, piselli, patate e altri ortaggi. Oltreché naturalmente le api”. Ma questo progetto ha richiesto un grande sacrificio personale e un’oculata pianificazione economica. Due anni a guadagni ridottissimi, quasi zero. Si va avanti con i risparmi di più di dieci anni di lavoro. Poi il terzo anno arriva finalmente la redditività. E il 50% dei guadagni arrivano proprio dalle 19 arnie con cui viene prodotto il miele e il polline che poi viene venduto al dettaglio.

Quest’anno l’azienda si è trasformata in agriturismo, “Cascina Clavarezza”, con cui Alessandro spera di frenare le perdite in apicoltura: “Un marzo e un aprile eccessivamente caldi hanno fatto sì che le api producessero moltissimo miele, mentre nel freddo mese di maggio hanno dato fondo alle scorte. Adesso le sto nutrendo con sciroppo di zucchero e ho salvato tutte le famiglie, ma non so se riuscirò a riempire più di qualche barattolo”. Nonostante queste perdite, le altre attività stanno andando avanti: “La nostra Cascina ha iniziato a ricevere i primi ospiti, alcuni turisti russi, e le verdure stanno già crescendo nei campi. Le nostre mele, dell’antica varietà cabellotta, rimangono sugli alberi”.

Certamente il cambiamento climatico ha influito sulla vita di questo giovane agricoltore, che quest’anno festeggia cinque anni di attività: “Qui ho trovato la serenità necessaria e non intendo tornare sui miei passi. Già avevo previsto di guadagnare di meno, ma il sacrificio è valso molto, a livello qualitativo”. Non sappiamo cosa riserverà il futuro, ma di certo sappiamo che c’entreranno le api, fondamentali per tutto il ciclo dell’agricoltura. Sperando in una maggiore stabilità meteorologica.

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