di Alessandro Abbadir –
Mira. Decimati gli insetti dell’apicoltore Claudio Favaretto a Porto Menai Il sospetto è che l’area sia avvelenata da pesticidi, in campo anche l’Usl 3.
Altre 40 mila api sono morte negli ultimi tre giorni in seguito a un avvelenamento ambientale. Il fatto era stato denunciato da un apicoltore della zona di Porto Menai, Claudio Favaretto, che ha spiegato che con ogni probabilità le api si sono avvelenate impollinandosi in qualche sostanza tossica e nociva. L’Usl 3 distretto di Mirano-Dolo ha aperto un’indagine e ha fatto fare i primi rilievi per capire cosa è successo.
Da qualche giorno, tutte le quattro casette di proprietà dell’apicoltore con altrettanti alveari stanno morendo. Ogni alveare conteneva circa 50 mila api per circa 200 mila insetti complessivi. Ne sono già morte la metà, avvelenate nei primi due giorni e nei giorni successivi altre 40 mila.
Favaretto spiega che con ogni probabilità questo è dovuto al fatto che qualche coltivatore della zona deve aver spruzzato dei veleni o insetticidi proibiti sul terreno. Sostanze che sono andate a contaminare i fiori proprio nel momento della fioritura, in questo periodo, quando i fiori sono “visitati” dalle api che traggono il polline per il miele e gli altri prodotti.
«Per questo sarebbe opportuno poter individuare i responsabili di tutto questo», aggiunge preoccupato l’apicoltore, «anche se non è escluso che a causare la morìa possano essere state anche delle disinfestazioni antizanzare magari spruzzate a ridosso dei fossati dove in questo periodo i fiori crescono rigogliosi e dove le api vanno ad impollinarsi».
Il raggio d’azione degli insetti che producono il miele in piena campagna è anche di cinque chilometri in aree urbane di due, tre o cinque chilometri al massimo.
«Le api purtroppo hanno continuato ad impollinarsi in un un’area fortemente inquinata», spiega l’apicoltore, «e per questo hanno continuato a morirne a migliaia. Anche questa mattina ne sono trovate tantissime morte:del numero complessivo che avevo ne restano meno di un terzo al massimo».
Intanto l’apicoltore mirese ha informato l’ufficio igiene dell’Usl 3 che con dei tecnici è intervenuto per fare i rilievi del caso.
«I tecnici dell’Usl 3», spiega Favaretto, «hanno fatto dei rilievi ambientali nel raggio di due-tre chilometri. Nei prossimi giorni saranno fatte le analisi dei prelievi effettuati. Se saranno scoperti degli inquinamenti e identificati i responsabili mi saranno comunicati, in modo che potrò agire contro chi mi ha causato un danno come questo».
La presenza sul territorio delle api è da sempre un segnale delle condizioni ambientali di quell’area. Il fatto che le api
siano morte a decine di migliaia non è certamente un buon segno sulla salute dell’ambiente. Da riucordare infine che senza l’impollinazione effettuata dalle api non ci sarebbe buona parte della produzione agricola e dei nutrienti della specie umana.