di Giada Solonia –
Serena è nata in una famiglia di apicoltori biologici, in una vallata votata al bio. Passione, orgoglio e rispetto, per le persone e per l’ambiente, sono parte di lei da sempre. Questa è la sua storia.
Serena Alunni ha 38 anni, vive a Isola del Piano, in provincia di Pesaro Urbino. Si è laureata in Scienze Ambientali e ha lavorato in una grande azienda, settore qualità, ma nel tempo ha scelto di dedicarsi completamente alla sua vera, grande passione: stare con le api, occuparsene, lavorare con loro. Serena è un’apicoltrice biologica, come suo padre: ha avviato la sua azienda, l’Apicoltura Insula Plani, con sette arnie, ora ne ha più di cento.
Serena, la scelta del metodo biologico deriva dagli studi che hai fatto?
Non è stata una vera e propria scelta. Sono nata in una vallata in cui tutti coltivano biologicamente e anche mio padre ha sempre seguito questo metodo nel suo apiario. I miei studi hanno sicuramente aumentato la mia sensibilità nei confronti dell’ambiente, ma per me il biologico è un modo di essere, è la cosa più importante che c’è: nasciamo in un territorio che è già pulito, poi siamo noi che possiamo scegliere se intaccarlo, inquinarlo, oppure fare tutto quello che possiamo perché rimanga nel suo stato originale.
Hai sempre amato le api?
Ho imparato il lavoro da mio padre, che fin da quando ero piccola mi ha fatto fare la gavetta. All’inizio, però, avevo paura. Poi è successo qualcosa che ha cambiato tutto, decidendo il mio futuro. Alcuni alveari di mio padre furono gettati in un fosso da alcuni vandali. Ero molto dispiaciuta e aiutai mio padre a recuperarli: a un certo punto mi resi conto di essere completamente rivestita di api e che questo non mi faceva nessuna paura. Ho capito lì, in quel momento, che sarei diventata apicoltrice. Oggi con le api ho un rapporto stretto, sono un tutt’uno con loro ed è importante sentirle “dentro” di me. Si dice che ognuno di noi si accompagni a un animale che, in qualche modo, ci assomiglia: io ho scelto le api, che sono laboriose, attente ai cambiamenti climatici, precise e molto attente… proprio come me.
Chi ha visitato la tua azienda dice che parli con le api…
È vero! All’inizio dell’anno faccio una sorta di discorso rituale, condivido con loro quello che succede nella mia vita in quel momento, quali progetti e aspettative ho. Ma non è tutto qui. Nella mia azienda accolgo spesso ragazzi e adulti che vogliono conoscere meglio il mio lavoro e mi piace raccontare qualcosa sulla vita delle api e sul loro linguaggio. Conosco le tecniche apistiche e le uso, ovvio, ma nel mio lavoro è molto importante anche osservare fiori e piante per comprendere l’ecosistema in cui vivono e lavorano le api, capire se stanno bene. Prima di intervenire in un alveare, poi, ascolto quello che le api hanno da dirmi. Osservando i loro movimenti è possibile capire se stanno bene oppure no: l’ape è un insetto sociale capace di comunicare anche le sue sofferenze. Quando sono senza ape regina, ad esempio, sbattono forte le ali e si può sentire un pianto provenire dall’alveare orfano…