di Maurizio Stefanini –
Così gli israeliani stanno applicando a passi giganti quel concetto di “Agricoltura di Precisione” che è stato al centro dell’Expo di Milano.
“Il paese dove scorre il latte e il miele” è definita la Palestina nell’Esodo. Di api ce ne erano talmente tante, che Sansone trovò un favo nel cranio di un leone morto, e Giovanni il Battista poteva nutrirsi solo di locuste e miele selvatico. Oltre tre millenni sono passati, ma tuttora Israele è una delle nazioni che sta meglio sostenendo quella misteriosa sindrome Ccd (Colony Collapse Disorder) che dal 2007 ha già ucciso l’80 per cento delle api statunitensi e che anche nel resto del mondo sta facendo stragi. Il motivo è che anche all’apicoltura gli israeliani stanno applicando a passi giganti quel concetto di “Agricoltura di Precisione” che è stato al centro dell’Expo di Milano. Apicultura di Precisione dunque, e start up per l’Apicoltura di precisione, visto il ruolo che le start up hanno nell’economia israeliana: oltre il 4,3 per cento del pil investito nell’innovazione! A sorpresa, però, gli israeliani un’eccellenza in questo campo l’hanno trovata proprio in Italia. Si chiama infatti 3bee Hive-Tech la startup che col suo sistema per monitorarle e curare le api che ha vinto la competizione per essere la partecipante italiana all’evento per Startup in corso a Gerusalemme dal 5 all’11 novembre.
L’idea è stata di tre ragazzi 28enni: Niccolò Calandri, dottorando in Elettronica al Politecnico di Milano; Riccardo Balzaretti, biologo; Elia Nipoti, tecnologo alimentare. Sono stati da poco premiati dall’Ambasciatore d’Israele in Italia, Ofer Sachs, al Luiss Enlabs di Roma, dove la loro idea ha prevalso su altre due: Goseemba, una mobile business platform che aiuta le piccole e medie imprese a sbarcare sul web; e Manet Mobile, un service provider per il settore della ricezione alberghiera. Ma prima ancora erano stati premiati dalla Fondazione Barilla: proprio in quel 2016 in cui la raccolta di miele aveva segnato in Italia un record negativo. “L’alveare tecnologico capace di valutare lo stato di salute delle api aiutando l’apicoltore a migliorare la gestione del proprio apiario e permettendogli di proporre un miele di qualità, 100 per cento Italiano”, è la presentazione sul loro sito. “Siamo partiti da un dato di fatto: l’apicoltura attuale è fatta di trattamenti chimici più o meno invasivi e le api non riescono più a vivere senza questi sistemi”, spiegano. Ma spesso questi interventi, pur necessari, sono fatti in maniera sbagliata, finendo per recare più danno che vantaggio: ecco spiegata l’attuale crisi mondiale del miele.
L’Apicultura di Precisione di 3bee Hive-Tech ha messo a punto un innovativo sistema di monitoraggio elettronico che si applica all’alveare, e rileva lo stato di salute delle api all’interno. Tempestivamente comunicati all’apicoltore, danno modo di intervenire in modo rapido e efficace. E a parte il caso concreto, il sogno della start up è quello di creare un database mondiale per creare algoritmi di predizione delle malattie e delle cause di morte delle api, capire quali sono i parassiti che più le attaccano, elaborare le strategie per proteggerle”. Miele e cera a parte, i tre promotori spiegano che le api sono un indicatore di quanto sia salutare l’ambiente che ci circonda, e che l’80 per cento della frutta e della verdura che mangiamo è prodotta grazie al loro lavoro di impollinazione. “150 milioni di miliardi di fiori impollinati dalle api giornalmente”, è pure scritto nel loro sito. “30 per cento di perdite di colonie d’api nel 2016”. “30 milioni/kg anno di miele importato in Italia non controllato”. E ricordano quel che scrisse nel 1901 il Nobel per la Letteratura Maurice Maeterlinck nel suo celebre “La vita delle api”: “Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.
Il bello è che la tecnologia 3bee funziona con l’energia del sole e delle vibrazioni prodotte dagli stessi insetti. Oltre che a professionisti e ricercatori il dispositivo 3bee Hive-Tech si rivolge anche agli hobbisti alle prime armi, che grazie a un apposito Starter Kit possono imparare a produrre il proprio miele e ad allevare api sane. Ai consumatori, poi, si offre la possibilità di “adottare un alveare” il cui andamento potrà essere monitorato da smarthphone, tablet e pc, e da cui a fine stagione potranno ricevere i vasetti di miele così prodotti. Utilizzando la tecnologia 3bee sarà possibile analizzare la qualità dell’ambiente grazie al capillare e costante lavoro di impollinazione delle api: volando di fiore in fiore le api raccoglieranno infatti le eventuali sostanze nocive che successivamente verranno analizzate della tecnologia Hive-Tech.