Nrel ed Enel Green Power testano il potenziale agricolo ed ecologico dei siti fotovoltaici.
Il progetto fotovoltaico Aurora da 100 megawatt di Enel Green Power, che comprende impianti in diverse località del Minnesota, sarà incluso in uno studio del National renewable energy laboratory (Nrel) Usa che punta ad aiutare i ricercatori federali a testare il potenziale dell’habitat e delle colture di frutta e verdura intorno ai pannelli solari. Infatti il Nrel quest’anno coltiverà in tre impianti solari del Minnesota di proprietà di Enel Green Power che sono stati scelti tra i 15 in tutti gli Usa che faranno parte del progetto di ricerca.
Jordan Macknick, un analista Nrel, ha spiegato su Midwest Energy News: «Vogliamo capire quali piante e quali tipi di specie prospereranno, e come, e perché, in questi ambienti. Le piante possono fornire benefici economici ed ambientali rispetto alla copertura del terreno con ghiaia o erba, come spesso accade. La posta in gioco per l’industria e l’ambiente aumenterà solo con l’espansione della quantità di terra utilizzata per i progetti solari».Il Nfrel prevede che entro il 2030 negli Usa 3 milioni di acri saranno destinati alle fattorie solari e 6 milioni entro il 2050.
In Minnesota, i ricercatori testeranno la vegetazione su tre terreni di un ettaro che fanno parte del progetto Aurora di Enel: un terzo di ogni appezzamento sarà dedicato alle piante e alle erbe della prateria. Un altro terzo conterrà un habitat favorevole agli insetti impollinatori, a partire dalle api. E il rimanente terzo sarà caratterizzato da un mix di colture agricole.
Midwest Energy News sottolinea che «Il Minnesota è già un leader nel solare pollinator-friendly, avendo approvato nel 2016 una legge che incoraggia gli sviluppatori a seguire le linee guida per l’ubicazione e ad incorporare erbe e fiori selvatici autoctoni». Fresh Energy, che pubblica Midwest Energy News, ha difeso la legislazione solare favorevole agli impollinatori.
Megan Benage, un’ambientalista del Minnesota department of natural resources, sottolinea: «In Minnesota sono state fatte molte cose entusiasmanti e sento che siamo avanti».
L’idea di coltivare tra impianti solari è recente, ma non senza precedenti. Macknick sottolinea che «Gli agricoltori di altri stati hanno coltivato fagioli, cavoli, meloni, zucche, lattuga, peperoni e broccoli sotto o vicino ai pannelli solari. Le colture potrebbero essere raccolte a mano o con piccoli attrezzi agricoli».
Il solar pollinator standard del Minnesota è volontario, ma lo Stato chiede alle utilty di inserire vegetazione pollinator-friendly per gli impianti superiori a 50 megawatt. »Di conseguenza, metà dei 4.000 ettari delle fattorie solari hanno habitat per gli impollinatori – aggiunge la Benage – Un’impresa di apicoltura commerciale, la Bolton Bees, opera addirittura in un solar garden vicino alle Twin Cities e vende una linea di prodotti chiamata solar honey”».
Macknick è convinto che «Il progetto di ricerca Nerl, conosciuto come Innovative site reparation and impact reductions on the environment (InSpire) potrebbe far emergere nuove opportunità per aggiungere valore agli impianti solari. Potrebbe anche aiutare a dimostrare che la vegetazione può ridurre i costi per lo sviluppo e la manutenzione dei progetti solari. La preparazione del sito rappresenta circa il 20% del costo dei progetti solari. Gli sviluppatori in genere eliminano tutta la vegetazione prima di livellare il sito e di posare ghiaia o erba prima dell’installazione dei pannelli. Lasciare sul posto la vegetazione esistente potrebbe ridurre il costo della pulizia del terreno e per la compattazione del suolo, la gestione delle acque piovane e l’irrorazione di erbicidi». La Banage aggiunge: «Diciamo agli sviluppatori che se piantano vegetali nel sito per loro sarà più facile gestirlo a lungo termine. Ai vicini piace di più perché il sito è più bello, con più fiori e più interessante di un prato falciato, a meno che tu non siano fan dei prati falciati».
E la vegetazione giusta può persino migliorare la produttività dei pannelli solari abbassando la temperatura.
Macknick spiega ancora: «Avere vegetazione al di sotto dei pannelli riduce la temperatura dei pannelli. I pannelli con temperature più basse hanno aumentato la produzione di energia solare».
Travis Bolton, di Bolton Bees, sottolinea che «Ambienti migliori si tradurranno in api più resilienti. Nel Minnesota, che un paio di anni fa ha perso metà della sua popolazione di api, questa è una virtù importante».
Marla Spivak, una delle più note difensore delle api, che vive proprio in Minnesota, dove lavora per la MacArthur Foundation Fellow e l’università del Minnesota, conclude: «Ogni sforzo per creare un habitat favorevole agli impollinatori è il benvenuto. Queste piantagioni possono essere ottime per le api. Se vengono piantati diversi fiori autoctoni saranno eccezionali per le api native e utili in qualche modo utili per le api da miele. Se verranno piantate colture di copertura con leguminose, saranno ottime per le api e in qualche misura per le api autoctone».
Api e agricoltura tra i pannelli solari: uno studio in un impianto italiano in Minnesota