La crescita del settore apistico richiede sostenibilità ambientale, lotta all’abusivismo, concertazione e valorizzazione.
L’apicoltura è un comparto dell’economia pugliese da valorizzare e salvaguardare dal fenomeno del nomadismo apistico – soprattutto da parte degli apicoltori abruzzesi – che ogni anno si concentra nella fascia jonica di Crispiano, Statte, Massafra, perchè ‘nella nostra regione esiste una flora nettarifera particolarmente pregiata’, spiega la prof.ssa Marilia Tantillo, responsabile scientifica della Sezione di Sicurezza degli alimenti della facoltà di Medicina Veterinaria dell’università di Bari ed esperta di api.
Questo è stato uno dei tanti argomenti discussi durante la terza edizione del Forum dell’apicoltura pugliese organizzato dall’Unione regionale associazioni apicoltori italiani (URAAPI), il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’università di Bari in collaborazione con Apicoltori pugliesi associati (APA).
Durante l’incontro si è inoltre discusso di sostenibilità ambientale, infatti se le api sono sentinelle dell’ambiente, l’auspicio sarebbe una migliore e più concreta politica ambientale con un limitato utilizzo di fitofarmaci in agricoltura spesso responsabili di morie e spopolamenti dell’alveare, e di patologie come la Varroa destructor. A tal proposito, Agostino Santomauro dell’Osservatorio fitosanitario dell’assessorato regionale alle Politiche agricole, intervenuto al Forum, ha precisato che ‘il Piano di azione nazionale (PAN) 2014/19 in merito alle api non prevede molte azioni mirate, ma è più orientato alla salvaguardia del patrimonio ambientale con il divieto di irrorare fitofarmaci con la pratica aerea, sebbene in Puglia non se ne registri la necessità. Ci risulta – sottolinea – che nel prossimo PAN (entrerà in vigore nel 2019 )sono previsti misure ulteriori per il settore apistico’.
I dati in possesso delle Associazioni di categoria evidenziano che in Puglia sono censiti 20mila alveari (in Italia sono1.150.000) concentrati nel territorio barese e tarantino (80percento) e tra Brindisi e Foggia (20percento). La produzione di miele è di circa 500 tonnellate/annue a fronte di un consumo pari a 1600 tonnellate/annue. ‘Il divario tra fabbisogno e produzione si ipotizza derivi da una pratica dell’apicoltura eseguita come hobby, un autoconsumo non controllato’, spiega il presedente URAAPI, Pino Rosini.
Al riguardo, Giuseppe Luigi Marti, del Servizio filiere produttive agroalimentari dell’assessorato regionale alle Politiche agricole, ha stimolato gli apicoltori alla denuncia di pratiche abusive e di attività non inserite nella Banca Nazionale Apistica ed ha illustrato le misure del Regolamento CE n.1308/13 invitando gli apicoltori alla presentazione di progetti finalizzati alla realizzazione di ‘azioni dirette a migliorare la produzione e la commercializzazione del miele’.
Durante il Forum è stata evidenziata la necessità di avere un programma di valorizzazione, dialogo e confronto di un comparto produttivo che ‘deve uscire dal ruolo di Cenerentola e di dopolavoro ed assumere pari dignità rispetto ad altri settori economici’ sottolinea Silvestro Pinto, presidente regionale APA, il quale ha aggiunto che ‘gli apicoltori devono intraprendere iniziative per favorire azioni congiunte di politica apistica forti ed incisive. In tal senso, un primo passo è stato fatto con la costituzione di un consorzio come apripista nell’istruttoria per l’ottenimento del marchio dop fascia jonica’.
‘Com’è già accaduto per il vino e per l’olio extravergine pugliese, è giunto il momento che anche il miele di Puglia venga valorizzato per conoscerlo meglio e imparare ad apprezzarne le qualità. Si sta lavorando per il riconoscimento del marchio DOP al miele di clementine prodotto nel tarantino’, aggiunge la Tantillo.
I vincitori del concorso ‘Terre dolci Mieli di eccellenza pugliesi’
Al termine del Forum, si è premiato il miglior miele prodotto in Puglia. Sei i produttori partecipanti al concorso ‘Terre dolci Mieli di eccellenza pugliesi’ con oltre cinquanta campioni di mieli catalogati in forma anonima da un funzionario dell’amministrazione del Dipartimento di Medicina Veterinaria, e sottoposti ad un panel test eseguito da 4 esperti (Giuseppe Rosini, Fabio Anzivino, Daniela Caretto, Di Santo Patrizia) iscritti all’albo nazionale CREA-Api, il Centro di ricerca in agricoltura, apicoltura e bachicoltura di Bologna.
All’esame sensoriale dei valutatori, hanno partecipato gli studenti del liceo Cagnazzi di Altamura, impegnati per il secondo anno nel programma di alternanza scuola/lavoro che prevede la conoscenza delle tecniche apistiche, quale sentinella dell’ambiente, ma anche l’acquisizione delle nozioni basilari per una valutazione organolettica e chimico/fisicadel dolce prodotto.
Il primo posto nella classifica dei mieli migliori è stato attribuito – per il terzo anno consecutivo – al millefiori macchia mediterranea (timo, cisto, agrumi selvatici) prodotto dall’apicoltore Concetto Liconti. Per i monoflora sono risultati vincitori: Rocco Scarato (miele di agrumi), Angela Savino (miele di timo), Michele Massaro (miele di centaura), Donato Cistone (miele di coriandolo), Andrea Antonucci (melata). ‘La partecipazione al concorso di così tanti e diversi mieli monoflora è la migliore testimonianza della grande biodiversità di flora nettarifera presente in Puglia che va tutelata che va tutelata con politiche apistiche non sommarie’’ conclude la prof.ssa Tantillo.
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