Acaro killer, api salvate da un’app

L’applicazione permette di valutare automaticamente il numero di acari nelle arnie in modo da ottimizzare la lotta.

LOSANNA – L’acaro varroa in Svizzera è, assieme ai pesticidi, una delle maggiori minacce per le api. Studenti del Politecnico federale di Losanna (EPFL), in collaborazione con apicoltori, hanno messo a punto un’applicazione mobile (app) che permette di valutare automaticamente il numero di acari nelle arnie in modo da ottimizzare la lotta.

Diffusione mondiale – Presenti in tutto il mondo ad eccezione dell’Australia, gli acari varroa sono parassiti esterni che, analogamente a quanto fanno le zecche con l’uomo, si attaccano al corpo dell’ape succhiandone l’emolinfa e indebolendola fino a causarne la morte. Possono anche trasmettere agenti patogeni.

Principale causa di morte per le api – «In Svizzera, questi acari sono la causa principale della scomparsa delle api», afferma Alain Bugnon, apicoltore che ha partecipato al progetto del «Laboratorio di trattamento dei segnali 5» dell’EPFL, citato in un comunicato dell’alta scuola lemanica. «Senza trattamenti appropriati, le colonie nelle arnie non sopravvivono neppure un anno».

Tuttavia, conoscendo l’intensità dell’attacco, gli apicoltori possono utilizzare trattamenti al momento giusto ed evitare la morte delle api. Attualmente, per valutare il numero di parassiti, nelle arnie vengono istallati coprifondo e contati i resti di varroa che vi sono caduti. Ma questa tecnica è sgradevole e imprecisa: il parassita misura solo un millimetro, i suoi resti sono mischiati con rifiuti delle api e, se l’apicoltore ha più arnie, per la valutazione occorre molto tempo.

Il web in soccorso della natura – Gli studenti dell’EPFL hanno sviluppato una piattaforma sul web e un’app per contare automaticamente e rapidamente i varroa depositati sui coprifondo. Gli apicoltori possono così conoscere in qualsiasi momento il livello di invasione dell’arnia e gestire i trattamenti, che in Svizzera sono compatibili con i dettami dell’agricoltura biologica.

Gli apicoltori continuano a mettere una tavola sul fondo di ogni arnia. Le fotografano e caricano le immagini su internet. Il computer, allenato in precedenza a riconoscere migliaia di esempi di varroa grazie all’apprendimento automatico, individua il parassita e ne conta i resti in pochi secondi.

«Il primo passo è stato quello di creare una banca dati di immagini del parassita per mostrarle al computer, in modo che potesse riconoscerlo da solo e senza commettere errori», spiega Maxime Bohnenblust, uno studente di master che lavora a questo progetto. Diversi apicoltori hanno inviato regolarmente fotografie dei loro coprifondo al laboratorio e hanno fornito informazioni per migliorare gli algoritmi.

Gli studenti hanno poi proposto una soluzione tenendo conto di diverse difficoltà: le fotografie di uno smartphone sono spesso di scarsa qualità, le immagini scattate all’aperto sono molto luminose, e ogni coprifondo deve essere correttamente associato all’arnia corrispondente.

L’applicazione genera un codice QR specifico per ogni arnia. L’apicoltore poi scatta una fotografia del coprifondo con il codice QR e invia l’immagine alla piattaforma sul web, dove viene immediatamente analizzata. I risultati gli indicano quanti varroa sono stati rilevati e i dati vengono memorizzati, in modo che l’apicoltore disponga di statistiche dettagliate e della storia del parassitismo per ciascuna arnia.

Il sistema dell’EPFL consentirà inoltre di raccogliere dati a livello nazionale ottenendo una panoramica degli attacchi. Permetterà pure di identificare l’esistenza di ceppi di api eventualmente già resistenti al varroa. In questo senso, lo strumento messo a punto dagli studenti di Losanna è una prima, poiché non sono attualmente disponibili sistemi simili o dati standardizzati.

«Per il momento, le associazioni di apicoltori forniscono cifre ad Agroscope, il centro di competenza della Confederazione per la ricerca agricola, ma solo una volta all’anno», sottolinea Bohnenblust. Ma non ci sono standard, e per essere efficaci, è necessario conoscere costantemente i numeri, perché il trattamento deve essere fatto al momento giusto e secondo l’estensione dell’attacco.

www.tio.ch