Il miglior miele d’agrumi al mondo? È pugliese e si chiama Beegold

A vincere l’ambito premio è stata l’azienda agricola Garcarli di Acquaviva delle Fonti: “Alle mie api faccio girare la Puglia: per questo è speciale”
Una storia di passione per l’apicoltura e il territorio che si è tradotta in un riconoscimento internazionale. L’azienda agricola Garcarli di Acquaviva delle Fonti ha vinto la medaglia d’oro alla London international honey competition. La competizione internazionale ha decretato così che è pugliese, per la precisione del barese, il miele d’agrumi più buono al mondo. Si chiama Beegold e ha sbaragliato concorrenti di tutto rispetto, con prodotti provenienti dalla Nuova Zelanda, dalla Grecia, dalla Croazia, dalla Spagna e dal Canada. Una bella soddisfazione, soprattutto perché mai prima d’oro nessun pugliese era arrivato sul gradino più alto della competizione.

Racconta a Repubblica il titolare Giampaolo Gargano, che ha intrapreso l’avventura dell’apicoltura insieme al socio Antonio Limitone: “Abbiamo scelto di muoverci solo in Puglia, facciamo miele di ciliegio nella zona di Turi, quello di agrumi nei dintorni di Palagiano. A Laterza quello al trifoglio, l’eucalipto a Ginosa e il millefiori sul parco nazionale dell’Alta Murgia. Andiamo in giro per campagne per trovare posti incontaminati, e se ce ne piace uno entriamo in contatto con i proprietari per avere il permesso. La transumanza delle api è una tecnica antica” continua Gargano “prima ci si muoveva con asinelli e carri. Ora invece ci sono i camion, anche perché ogni alveare, fatto di casse in legno, pesa circa 50 chilogrammi”.

Attualmente Beegold ha 50 alveari, con una popolazione complessiva di circa 2 milioni di api, che riescono a produrre una decina di quintali di miele. Un risultato cui contribuisce anche un lavoro artigianale della stessa azienda, che confeziona e raccoglie il miele solo manualmente.

Il maltempo e la primavera 2019 che tarda ad arrivare hanno inflitto però un duro colpo alla produzione mellifera: “Quest’anno va malissimo, praticamente la primavera è stata azzerata. Quel poco miele che le api producono lo tengono per loro. L’Italia è invasa da miele estero, che non è brutto, ma qui si potrebbe fare di più e meglio. Solo che, di fronte al clima impazzito, noi apicoltori non possiamo neanche chiedere lo stato di calamità”.

www.leccesette.it