Continua a piovere, è allarme per l’apicoltura alle prese con una stagione molto critica, che rischia di compromettere gran parte del raccolto. Il maltempo che da settimane imperversa anche sulla nostra provincia impedisce alle api di uscire dalle arnie e fare il loro lavoro, con il concreto timore che quest’anno di miele se ne vedrà ben poco. “Di miele di acacia, per fare un esempio, praticamente non ne abbiamo. – spiega Antonio Ferraretto, apicoltore dell’azienda Graziosa De Facci di Baone – A causa della pioggia, del vento e degli sbalzi termici le api non sono in grado di “bottinare”, vale a dire di succhiare dai fiori il nettare da portare all’alveare”.
“Le fioriture poi sono scarse e quindi anche nei giorni in cui non piove le api riescono a raccogliere ben poco. Così, nelle arnie, il poco miele che sono riuscite a produrre se lo mangiano per sopravvivere. Ormai le scorte stanno finendo e ci troviamo in piena emergenza: siamo costretti a ricorrere all’alimentazione artificiale, con uno sciroppo di acqua e zucchero. Abbiamo posizionato, sotto il coperchio delle arnie, dei “nutritori”, piccoli contenitori grazie ai quali le api possono alimentarsi anche in questi giorni di maltempo. Di solito ricorriamo a questa soluzione estrema nel periodo autunnale, ma in questa stagione non ci era mai successo”, spiega.
“La situazione è molto critica – conferma Paolo Minella, responsabile ambiente di Coldiretti Padova – perché dovremo essere nel pieno della stagione, invece di fatto di miele ancora non ne abbiamo. Al di là del meteo, che speriamo possa migliorare al più presto, per tutelare le api è necessaria anche una maggiore attenzione alle condizioni ambientali. Ne abbiamo parlato nei giorni scorsi al tavolo tecnico convocato dalla Provincia di Padova, un’importante occasione di confronto e di condivisione con produttori e addetti ai lavori per mettere in campo azioni che permettano di salvaguardare la nostra apicoltura, a partire dal benessere delle api”.
Api: Coldiretti Padova, crolla la produzione di miele, alveari rimasti senza scorte