La Federazione apicoltori italiani (Fai) ha lanciato l’allarme dopo una “disastrosa primavera” senza miele. FAI chiede “un intervento straordinario” per sostenere gli apicoltori, “allo stremo”.
“Le aziende a vocazione economica sono allo stremo – afferma il presidente Raffale Cirone – servono nutrizioni supplementari o le api rischiano di morire di fame”. È ormai necessaria “la dichiarazione di stato di calamità per l’apicoltura”.
“Siamo ormai alla fine di maggio – spiega la Confagricoltura – e ora il dato è certo: vento, pioggia, grandine e neve hanno distrutto la quasi totalità delle fioriture primaverili da miele.Si stima manchino all’appello tra i 5 e i 10 milioni di chili di acacia, il miele più richiesto sul mercato. Danni per almeno 25-50 milioni di euro, introiti di cui quest’anno gli apicoltori dovranno fare a meno. Nel Nord, come in buona parte del restante territorio nazionale, la situazione è insostenibile”.
In questi casi “interviene il fondo di solidarietà nazionale (che già in passato la Fai aveva chiesto e ottenuto che fosse esteso anche al comparto apistico) e gli agricoltori ricevono indennizzi per danni da maltempo. Il 2019 è l’anno in cui questi meccanismi vanno attivati, stimando l’entità dei danni subiti, appostando le risorse e semplificandone l’erogazione”.
“Urge un pronto soccorso – aggiunge Cirone – almeno per la mancata produzione di miele e prima che sia troppo tardi per la sopravvivenza delle nostre migliori realtà produttive. Una richiesta d’aiuto che non può e non deve restare inascoltata: l’apicoltura è preziosa risorsa dell’agricoltura italiana e non va lasciata nel pantano”.