Grazie a 335 voti su Rousseau sfiderà Bonaccini e Borgonzoni: «Saremo le sentinelle dei cittadini».
Romagnolo, imprenditore di 49 anni, consigliere comunale al secondo mandato a Forlì. È l’identikit di Simone Benini, che con 335 voti al secondo turno delle Regionarie (su un totale di 6.015 votanti nelle due giornate di consultazioni online), si è piazzato al primo posto imponendosi come candidato alla Presidenza dell’Emilia-Romagna per il M5S. Ma l’ultima votazione di ieri è stata segnata dalla fuga delle consigliere regionali uscenti, che per ragioni diverse hanno preferito non partecipare lasciando campo libero a Benini, chiamato ora a svolgere un incarico tutto in salita, visto che l’obiettivo principale del M5S per il 26 gennaio non è vincere, ma evitare soprattutto di ripetere la débâcle vista in Umbria.
«Sarà una bellissima sfida»
«Sarà una bellissima sfida che affronteremo tutti insieme, piazza per piazza, mercato per mercato. Come abbiamo sempre fatto. Saremo le sentinelle utili dei cittadini dell’Emilia-Romagna», ha commentato Benini su Facebook un attimo dopo il responso ufficiale, insistendo subito sui temi cari al M5S, dalla sanità pubblica alla mobilità sostenibile, dalla lotta all’inquinamento, alla corruzione e alle infiltrazioni mafiose. «Siamo sicuri che solo una forte presenza del M5S nell’Assemblea legislativa metterà al centro i temi che interessano i cittadini e le sfide del futuro e non le solite lotte di potere tra i partiti», ha aggiunto Benini, facendo intendere che non correrà tanto per battere il governatore Stefano Bonaccini o la candidata del centrodestra Lucia Borgonzoni, quanto per riuscire a portare più consiglieri possibili nel parlamentino di Viale Aldo Moro.
Il curriculum
Benini è stato eletto in primavera per un secondo mandato a Forlì, nato a Cesenatico nel 1970, sposato con due figlie, è un libero professionista a partita Iva che divide il lavoro tra le sue due grandi passioni: l’informatica e l’apicoltura. Durante la prima votazione che si è tenuta mercoledì è stato il più votato nella provincia di Forlì e questo gli ha permesso di disputare la «finalissima» con gli altri candidati più votati nelle altre province. In realtà al primo turno non era andato benissimo, piazzandosi al 14esimo posto con soli 74 voti, mentre la consigliera regionale uscente Silvia Piccinini, risultata la più votata in tutta l’Emilia-Romagna alla prima consultazione, aveva ottenuto 262 voti. Ieri mattina, però, Piccinini ha annunciato che per «problemi di carattere familiare» non è in grado «di poter assicurare la presenza costante su tutto il territorio», e quindi si è sfilata dall’ultima consultazione, rimanendo solo candidata per il consiglio regionale. Lo stesso ha fatto l’altra consigliera uscente, la modenese Giulia Gibertoni, risultata in prima battuta la più votata a Modena e provincia, decidendo comunque di non provare a competere per il ruolo di candidata presidente, «incarico che ho già svolto con passione cinque anni fa».
Gli altri nomi in corsa
In rappresentanza di Bologna, al posto della Piccinini, avrebbe dovuto correre Marco Campanini (che al primo turno con 196 voti è risultato il secondo più votato non solo in città e provincia, ma in tutta la regione), ex consigliere comunale di Pieve di Cento, disabile in carrozzina con due lauree. Pure lui ha preferito passare la mano all’attivista Raffaella Gamberini, che nella votazione finale di ieri è arrivata terza con 219 voti. Tutti questi rimescolamenti hanno probabilmente inciso nell’exploit di voti di Benini al secondo turno. Nella lista di Bologna, oltre a Piccinini, sono candidati per un posto in Assemblea legislativa Campanini, Gamberini e subito dopo i primi nomi sono quelli degli attivisti Jessica Amadio, Daniele Baccarani, Silvia Zauli e Vincenzo Maiello.