Continua a cresce il numero del apicoltori delle Marche e, soprattutto, la percentuale di quanti commercializzano il prodotto del lavorio incessante delle api. E non mancano già i primi raccolti con il millefiori primaverile che registra rese di 10 chili per alveare (il doppio rispetto allo scorso anno) mentre ciliegio e acero viaggiano su 5 chili per alveare. Luci e ombre con zone in cui la produzione è mancata totalmente a causa della siccità e un clima invernale davvero troppo mite. Lo rende noto Coldiretti Marche (su dati dell’Osservatorio Nazionale Miele) in vista della Giornata mondiale delle api che si festeggia il 20 maggio, dopo essere stata istituita dall’Onu nel 2018, per riconoscere il ruolo insostituibile svolto da questo insetto. Prezioso non solo per miele, pappa reale, propoli, ecc. ma anche per l’azione impollinatrice che effettua nei suoi voli contribuendo al buon mantenimento di colture, ad esempio, come l’erba medica e il trifoglio, fondamentali per i prati destinati agli animali da allevamento.
Nella nostra regione lavorano oltre 2800 apicoltori tra professionisti e hobbisti che producono miele per autoconsumo. I primi rappresentano quasi il 32% del totale ma detengono quasi l’80% degli oltre 70mila alveari marchigiani. Numeri in crescita nel tempo. Uno studio Coldiretti su dati dell’Anagrafe Nazionale Zootecnica mette in evidenza aumento di apicoltori del 37% e degli alveari del 40% negli ultimi tre anni. In questo stesso periodo gli alveari dedicati al biologico sono cresciuti di oltre il 47%. Nelle Marche le produzioni più diffuse sono Millefiori primaverile, Millefiori estivo, Girasole, Acacia ma non mancano Castagno nella provincia di Ascoli e Coriandolo nel Pesarese.
“Anche queste attività – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – sono state penalizzate dalla chiusura di ristoranti, agriturismi e dalle limitazioni negli spostamenti che abbiamo vissuto fino a pochi giorni fa. Le api sono, oltre che un importante fonte di reddito per tante aziende agricole, anche una sentinella per l’ambiente e svolgono un ruolo di difesa delle biodiversità e della tenuta degli ecosistemi. Sostenere l’apicoltura locale attraverso gli acquisti di prossimità significa premiare le buone pratiche di produzione e dare una mano sia all’ambiente sia all’economia delle Marche”.
Il miele per altro è uno dei prodotti tracciati con l’indicazione di origine obbligatoria in etichetta: sulle confezioni va riportata la parola “Italia” solo se il miele è 100% Made in Italy, mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.
Giornata Mondiale delle Api, 2.800 apicoltori e oltre 70mila alveari lavorano nelle Marche