Rubate 43 arnie nell’Oltrepò Pavese.
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Voghera, a conclusione di articolate indagini, hanno denunciato in stato di libertà quattro rumeni ritenuti responsabili di furto e ricettazione di alveari. L’indagine, avviata nell’ambito
di altre attività investigative collaterali su soggetti dediti a reati contro il patrimonio, ha permesso di far luce su alcuni furti commessi in danno di apicoltori del luogo.
Nel mese di aprile e di giugno dello scorso anno, rispettivamente, in un apiario di Silvano Pietra (PV) e di Cornale (PV), sono state trafugate molte arnie con le relative famiglie di api. Un altro furto analogo era stato, invece, commesso a Pontecurone (AL) nello scorso mese di marzo. Complessivamente, quindi, sono state rubate 43 arnie.
Le indagini così hanno consentito ai Carabinieri di Voghera di identificare gli autori dei furti commessi a Silvano Pietra e a Cornale, denunciando in stato di libertà, alla Procura della Repubblica di Pavia, due rumeni 35enni cittadini iriensi. Successivamente, i militari dell’Arma, proseguendo le attività investigative, sono riusciti ad individuare parte della refurtiva in un apiario di Voghera – di proprietà di una rumena 30enne, abitante a Voghera – per un totale di 23 alveari. Tra questi, ne sono stati rivenuti anche quattro di quelli rubati nell’apiario di Pontecurone. La donna, denunciata di conseguenza per ricettazione, ha tentato invano di giustificare agli investigatori il possesso delle arnie, esibendo delle ricevute a sua volta fornite da un apicoltore rumeno 44enne di Rocca Susella. Anche costui è stato denunciato in stato di libertà per il reato di favoreggiamento, poiché le ricevute fiscali emesse avevano il solo scopo di dimostrare una vendita, in realtà fittizia, che in caso di controllo giustificasse il possesso delle arnie. Gli inquirenti non escludono che dietro ai ladri di alveari, che solitamente entrano in azione la notte quando le api non volano, vi sia una vera e propria tratta volta ad alimentare un mercato clandestino anche tra l’Italia e la Romania. Secondo la Federazione Apicoltori Italiani, infatti, il furto di interi apiari lascia presupporre l’esistenza di un vero e proprio mercato “giallo-nero” che insidia e mina le basi dell’apicoltura mettendo in difficoltà i produttori del cosiddetto “nettare degli dei”.