Chiesta task force per fermare l’avanzata del calabrone asiatico sterminatore di api da Coldiretti Massa Carrara in seguito all’identificazione e neutralizzazione di due nidi. Preoccupati gli apicoltori toscani e non solo, perché predando impollinatori come le api è una minaccia per la biodiversità vegetale e per diverse coltivazioni.
Emergenza vespa velutina (o calabrone asiatico) a Massa Carrara. La provincia apuana, dove si produce l’unico miele Dop al mondo, il miele Dop della Lunigiana, è tra i primi territori a livello nazionale, insieme alla vicina Val di Vara in Liguria, in cui la presenza del temibile insetto alieno che uccide api ed insetti impollinatori è stata certificata.
A lanciare l’allarme è stata Coldiretti Massa Carrara, preoccupata dalla continua invasione di insetti ed organismi alieni portati nelle campagne e nei boschi dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi che ha causato già molti danni. Basta pensare a protagonisti delle cronache come la cimice killer, il cinipide galleno, la popillia japonica, la drosophila suzukii, il coleottero Aethina tumida e cimice marmorata asiatica.
«Servono risorse e strumenti per affrontare questa nuova emergenza che rischia di decimare gli alveari e minare il principio della biodiversità – ha dichiarato Francesca Ferrari, Presidente Coldiretti Massa Carrara –. Mi rivolgo alla Regione Toscana: come il calabrone asiatico è arrivato qui, può arrivare presto in altri territori. Possiamo combatterlo oggi e limitare i danni o lasciare che invada altre provincie con danni incalcolabili. Può avere lo stesso devastante effetto del cinipide galleno sulla castanicoltura. Per vincere la battaglia contro il cinipide ci abbiamo messo anni. Ci troviamo di fronte a specie che distruggono i raccolti, favorite dai cambiamenti climatici e dal sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che continuano a lasciare passare materiale vegetale infetto e parassiti vari».
Il primo avvistamento, sporadico ed isolato, risale al 2008 in Lunigiana a Licciana Nardi. Da lì in poi gli avvistamenti si sono progressivamente moltiplicati fino all’ultimo di alcuni giorni fa sulla costa. I due nidi sono stati neutralizzati con il sistema autorizzato della permetrina in polvere iniettata nel nido mediante aste telescopiche; per uno dei due nidi, data l’altezza elevata, si è ricorsi all’intervento dei Vigili del Fuoco, che hanno messo a disposizione la piattaforma aerea, sia per la neutralizzazione che per la rimozione del nido nei giorni successivi. Fatto che ha innalzato il livello di preoccupazione tra apicoltori ed agricoltori.
La vespa velutina aggredisce gli alveari con strategia militare. I calabroni pattugliano l’entrata degli alveari e catturano le api bottinatrici cariche di polline al rientro nell’alveare, le uccidono e lo portano al proprio nido come alimento per la prole. Inoltre, là dove questo predatore tiene sotto assedio gli alveari, le api bottinatrici smettono di uscire dall’arnia e la colonia di conseguenza si indebolisce.
Inoltre, essendo l’ape uno dei principali insetti impollinatori, il danno non è circoscritto solo al settore dell’apicoltura ma, più in generale, questo calabrone predando le api, rappresenta una minaccia sia alla biodiversità vegetale, che alla produzione delle colture agricole la cui impollinazione si basa sull’azione delle api. Da non sottovalutare la pericolosità anche per l’uomo. Le punture delle api asiatiche sono pericolose ed a volte anche letali.