Pavia. Il miele è introvabile «Tutta colpa della siccità»

di Umberto De Agostino –

Luca Bonizzoni: «Le api hanno fabbricato il 70% in meno di un anno medio «I trattamenti? I miei insetti vicino a un campo di meloni muoiono subito».

Tempi duri per gli apicoltori. Il clima secco degli ultimi mesi ha messo in ginocchio un settore che in provincia di Pavia conta 10.500 alveari (il 10% regionale), suddivisi fra 250 apicoltori: di questi un centinaio sono professionisti e solo 25 hanno scelto di fare dell’apicoltura la loro professione. La difficile situazione è illustrata dal casteggiano Luca Bonizzoni, vice presidente di Apilombardia, l’organizzazione regionale di settore. «In una stagione normale – spiega – gli alveari della nostra provincia producono 3.500 quintali di miele, ma quest’anno avremo un autentico tracollo, quantificato nel 70% di prodotto in meno. Ciò è dovuto alle temperature al di sopra della media degli ultimi mesi, che hanno provocato una vera e propria calamità».

Il nettare, il liquido zuccherino prodotto dai fiori delle piante per attirare gli animali impollinatori, non è gocciolato in fondo al fiore a causa del terreno eccessivamente secco: in questo modo le api non hanno potuto bottinare, cioè volare per raccogliere nettare e polline sui fiori. «Senza contare – aggiunge Bonizzoni – che la gelata a fondo valle del 19 aprile scorso ha messo fuori uso le acacie: un ulteriore danno che ha aggravato la situazione del nostro settore».

Poi ci sono i trattamenti fitosanitari effettuati dagli agricoltori. «Sto parlando – dice ancora l’apicoltore di Casteggio – degli insetticidi sparsi sui terreni coltivati a pomodoro, che in molti casi hanno tenuto lontane le api: lo stesso problema si era già registrato due anni fa».

Nel 2015, appunto, si verificò un’autentica strage di api. «Certamente – dice Bonizzoni – i prodotti utilizzati nei campi sono legittimi, ma uccidono le api. A mio parere è impossibile portare le api vicino alle coltivazioni dei meloni e a quelle intensive di pomodori. Dopo poche ore, gli insetti muoiono». Nessun danno, invece, agli apicoltori dai trattamenti contro la peronospora, una delle malattie più gravi della vite. L’attuale mancanza di miele produce i suoi effetti negativi anche sui prezzi. La richiesta è «furibonda», secondo Luca Bonizzoni. «Ma al momento – conclude l’apicoltore casteggiano – si trova solo miele argentino o cinese: quello italiano manca quasi del tutto a causa della poca acqua caduta dal cielo dei mesi scorsi: oggi, alla vendita diretta, un chilogrammo di miele va dai 13 ai 17 euro, mentre sugli scaffali dei supermercati arriva fino a 25 euro». Con 2mila famiglie, Bonizzoni è oggi uno dei maggiori apicoltori biologici
italiani.

Dopo aver insegnato Lettere all’Università degli studi di Milano, trent’anni fa ha deciso di trasferirsi nelle campagne dell’Oltrepò per imparare il mestiere dagli apicoltori casteggiani. La sua colazione mattutina? Pane e miele.

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