L’apicoltura è un’attività zootecnica in crescita che tuttavia sta conoscendo svariati problemi sanitari e necessita quindi di un approccio più coordinato e di una maggiore attività di controllo, visti gli indubbi benefici complessivi e il suo riconoscimento di attività d’interesse nazionale (Legge 313/2004).
Tra i vari problemi sanitari la varroatosi rappresenta il problema principale anche a causa di una serie di fattori che favoriscono la persistente infestazione degli apiari.
Occorre quindi che le attività messe in atto dai singoli apicoltori, come la necessità di effettuare trattamenti profilattici adeguati , non siano tra loro slegate e scoordinate.
In relazione agli aspetti sopra richiamati, la lotta efficace a questo parassita non può che passare per un forte coordinamento di tutti gli attori coinvolti nel settore siano essi apicoltori, tecnici e veterinari aziendali, personale delle loro Organizzazioni professionali, degli Enti di Ricerca in campo apistico, del SSN e delle Regioni.
Tale coordinamento deve prevedere quindi il coinvolgimento non solo delle autorità regionali, degli II.ZZ.SS e delle AA.SS.LL ma certamente anche delle Associazioni degli apicoltori che tramite le proprie professionalità veterinarie possono fornire indicazioni circa le tempistiche e le tecniche apistiche più adatte nonché evidenziare eventuali problematiche connesse all’uso di medicinali veterinari.
I piani di controllo da redigersi a cura delle Regioni dovranno essere diffusi capillarmente a tutti gli apicoltori proprio per affrontare le ben note criticità connesse alla mancata esecuzione dei trattamenti o l’assenza di contemporaneità degli stessi. Tale attività di informazione dovrà essere svolta dalle Associazioni ma anche dalle ASL con l’obbiettivo di raggiungere anche coloro che non risultano associati.
Ancora, fermo restando quindi che ciascuna regione dovrà redigere piani in funzione delle proprie realtà produttive ed ecoambientali si ritiene che tali piani debbano raggiungere almeno i seguenti obbiettivi:
- l’esecuzione negli apiari di almeno due trattamenti antivarroa all’anno da effettuarsi il primo nel periodo primaverile estivo e il secondo nel periodo invernale. Una eventuale modifica di tale programma potrà essere ipotizzata in funzione di stagionalità particolari o sulla base di evidenze portate avanti dalle Associazioni. Nel caso il mancato rispetto del numero di trattamenti previsto sia dovuto all’utilizzo di tecniche particolari da parte di singoli apicoltori, le stesse dovranno essere proceduralizzate e verificate anche con esami clinici da parte del veterinario ufficiale.
- l’adozione di un criterio per quanto possibile di contemporaneità in relazione alle tempistiche e ai territori sottoposti a trattamento al fine di ridurre al minimo i fenomeni di reinfestazione (quanto meno fissando delle date limite per ciascun territorio, entro cui i 2 trattamenti siano eseguiti).
- l’attuazione di detti piani dovrà essere accompagnata dalla pianificazione ed esecuzione di controlli finalizzati a verificare la rispondenza di quanto programmato.
Tali controlli, basati sul rischio potranno essere sia di tipo clinico, finalizzati a verificare il livello di infestazione (ed in particolare la presenza di forme cliniche gravi da cui l’adozione delle misure previste dalla nota 13975 del 12/07/2013 e della nota 0022996 del 03/12/2013) oppure di tipo documentale. In relazione a quest’ultimo aspetto si rimanda a quanto già contenuto nella nota 0015790-01/07/2016 ribadendo l’obbligo di tenuta delle registrazioni dei medicinali veterinari nella produzione primaria come previsto dal Reg 852/2004 allegato 1 parte A capo III.
Non da ultimo tali controlli dovranno prevedere anche la gestione delle non conformità, tanto di tipo clinico/ispettivo, che documentale. Al riguardo, considerata anche la complessità del quadro normativo legato all’OM 17 febbraio 1995 recante norme per la profilassi della varroasi” si consiglia che le linee di indirizzo per la gestione delle non conformità, siano indicate dalle stesse regioni, con consultazione dei veterinari AA.SS.LL referenti per il settore apistico, all’interno dei piani che si andranno a realizzare o in note a questi relative.
Codeste Regioni in indirizzo trasmetteranno a questa Direzione i propri piani al fine di poter aggiornare in futuro le linee guida finalizzate al controllo di questo parassita. Infine, per facilitare la stesura di detti piani antivarroa su base regionale si allega un documento redatto dal Centro di referenza nazionale dell’apicoltura nel quale si riportano i prodotti anti varroa autorizzati nonché dettagliate istruzioni sui programmi di trattamento.
Si ringrazia per la collaborazione.
IL DIRETTORE GENERALE
(Dott. Silvio Borrello)
F.to Dott. Silvio Borrello