Gabriello Castellazzi, portavoce dei “Verdi” della provincia di Savona, si esprime sul problema delle api e sull’agricoltura biologica contro i pesticidi.
A Vezzi Portio, in frazione S.Giorgio, dopo alcuni lavori stradali è nuovamente accessibile il “Museo dell’Apicoltura” che dal 2009 custodisce circa 2000 reperti di grande interesse, provenienti da ogni parte del mondo, collezionati da Angelo Cappelletti nel corso di una vita.
Alcuni pezzi sono rarissimi, quali un blocco di propoli trovato in una millenaria tomba peruviana, alcuni attrezzi del 1600, poi arnie, smielatori, ecc. Approfittiamo di questa riapertura per parlare di un vero tesoro che merita una visita e, come Verdi, ricordiamo ancora una volta l’importanza vitale delle api per la nostra sopravvivenza. Infatti nello stesso tempo dobbiamo riflettere su di un fatto preoccupante che pare oggi interessi a pochi: la progressiva diminuzione delle api.
Gli scienziati dimostrano il rapporto preciso tra l’aumento di pesticidi in agricoltura e la crescente moria di questo insetto.
Dal “National Geographic” e dall’Associazione degli Apicoltori Italiani “UNAAPI” apprendiamo che nel 2017 la nostra produzione di miele è diminuita dell’80% e, problema ancora più grande, diminuisce il lavoro di impollinazione che avviene grazie alla api e senza le quali le nostre piante da frutto non potrebbero sopravvivere.
L’84% delle piante dipende dall’impollinazione, da cui deriva il 76% della nostra intera produzione alimentare.
Einstein diceva: “Se l’ ape scomparisse dalla faccia della terra all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Al “Padiglione Italia” del “EXPO”, una sezione era dedicata agli insetti impollinatori, simbolo della “biodiversità”.
Certo i pesticidi non sono gli unici responsabili della diminuzione delle api e vi sono altri fattori negativi: i cambiamenti climatici, l’inquinamento di aria e acqua, la “vespa vellutina” killer, ecc.
Ma bisogna dire che i pesticidi sono anche un grave rischio per la vita umana.
Secondo i dati della Coldiretti, due barattoli di miele su tre,in vendita in Italia, sono di importazione (dall’Ungheria 7,6 milioni di Kg.,dalla Cina 2,6 milioni di Kg).
Gli apicoltori liguri sono 1400, con una dotazione di 25.000 alveari, ognuno potrebbe produrre circa 15 Kg di miele ogni anno.
Si parla poco di questo problema vitale che interessa non solo la produzione e il commercio del miele, ma tutto il ciclo della vita delle piante e alcuni coltivatori, per avere una buona impollinazione addirittura noleggiano gli alveari degli apicoltori.
Grande merito va a quei coltivatori liguri e savonesi che grazie ad una “agricoltura biologica” non solo aiutano la vita delle api ma portano ai consumatori frutta e ortaggi di qualità, senza quei veleni che sono purtroppo responsabili di gravi malattie.