Il miele di Zavattarello. I progetti dedicati all’apicoltura nell’Oltrepò Pavese

di Michela Becchi –

Zavattarello, il paese del miele
Un piccolo borgo medioevale dell’Oltrepò Pavese nell’Alta Val Tidone, uno di quei paesini immersi nella natura dove il tempo sembra essersi fermato. Un luogo dal fascino antico, dove le antiche tradizioni artigianali sono sopravvissute all’innovazione tecnologica, e dove i ritmi di vita lenti lasciano spazio alle attività di una volta. È Zavattarello, comune in provincia di Pavia meglio conosciuto come “il paese del miele”. A dominare la scena, infatti, è un apicoltore, Alfredo Chiesa, che porta avanti il lavoro iniziato dal conte Luigi Dal Verme a metà Ottocento. È proprio il conte – il cui castello domina il paesino – a vincere i primi premi nazionali di miele già nel 1869. Bisogna attendere il 1920 perché il nipote Luigi fondi ufficialmente la società, stabilendo inoltre un decalogo dell’apicoltura moderna.

La stazione di Ape Ligustica
Una tradizione portata avanti oltre un secolo, che nel 2015 ha portato alla creazione di Miele di Zavattarello – Associazione Apicoltori Oltrepò Montano, una realtà voluta dall’ex sindaco Enrico Baldazzi, che oggi raduna 46 soci sotto un unico disciplinare rigido. Sono 350 le arnie in gestione dell’associazione, che può contare anche su una stazione di fecondazione dell’Ape Ligustica, ovvero l’ape italiana, sottospecie dell’ape mellifera fondamentale per l’ambiente e l’intero ecosistema. A creare la stazione, l’Associazione italiana allevatore di api regine, mentre a curare le varie arnie sono i fratelli Matteo e Marco Veneroni, insieme al biologo Raffaele Dall’Olio. Al controllo qualità, MarcoMorone, che svolge test periodici per garantire uno standard elevato e costante. L’obiettivo? Stabilire una rete solida fra gli apicoltori, per aumentare la produttività, ma soprattutto la qualità del miele del paese, già conosciuto in tutta Italia grazie al lavoro certosino svolto negli anni e la storia unica del conte.

Il disciplinare
“A novembre il Comune ha deciso con un’ordinanza di vietare l’ingresso nel territorio comunale, e per un raggio di tre chilometri, alle arnie con regine diverse dalla Ligustica”, spiega Simone Tiglio, sindaco di Zavattarello. Che nel 2015 presentava il progetto dell’associazione con entusiasmo e speranza: “Il nostro è un territorio incontaminato, ricco di essenze arboree e floreali, ideali per la produzione del miele. Anche se si chiamerà “Miele di Zavattarello” il marchio è esteso a tutti quei produttori dell’alta valle che seguiranno il disciplinare, che prevede: l’assoluta purezza del miele, l’utilizzo di essenze locali e una lavorazione rispettosa del ciclo di vita delle api e dell’ambiente che circonda l’alveare”.

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Ma non finisce qui, perché in cantiere c’è anche l’idea di creare il Parco delle api, proprio all’interno del castello Dal Verme, dove tutto ha avuto origine, e poi un premio letterario, L’Oro di Zavattarello, per i racconti inediti sul mondo delle api (il giorno di chiusura per inviare la propria storia è fissato per il prossimo 31 maggio). Per incentivare ancora di più i consumatori all’acquisto di questo prodotto, dal 2015 si svolge ogni anno a settembre la Sagra del Fungo e del Miele, una festa all’insegna dei sapori del territorio, dove le eccellenze del sottobosco si mescolano armoniosamente al gusto dolce del nettare degli dei.

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