La vespa velutina è arrivata in Lombardia

di Roberto Bo –

Catturato a Borgofranco un esemplare di Vespa velutina. Il pericoloso imenottero distrugge gli alveari: è caccia al nido.

Ha una velocità di espansione di circa cento chilometri all’anno e quindi era abbastanza evidente che prima o poi sarebbe arrivata anche nel Mantovano. Alcuni esemplari, del resto, erano già stati catturati l’anno scorso a Bergantino, in provincia di Rovigo, provocando l’innalzamento del livello d’allarme tra apicoltori e produttori di meloni, zucche e angurie.

La Vespa velutina, meglio nota come “calabrone asiatico”, predatore di api e altri impollinatori e con una potenza distruttiva che può arrivare ad annientare fino al 50%degli alveari, ha superato il Po ed è riuscita a fondare una nuova colonia nel nostro territorio.

A dirlo è il Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente di Bologna che ha diffuso la notizia della cattura di un adulto di Vespa velutina all’interno del comune di Borgofranco sul Po. Si tratta del primo caso in Lombardia. L’esemplare è stato letteralmente “imbottigliato” da un apicoltore alla metà di aprile con una trappola contenente birra. Subito è partita la caccia al nido, che però non è ancora statotrovato, e molti apicoltori hanno già posizionato trappole anti-vespa attorno agli alveari.

La notizia è stata immediatamente comunicata al dipartimento veterinario dell’Ats Val Padana, diretto dal dottor Loris Zaghini, dall’Unità Veterinaria Regionale. «Purtroppo – fanno sapere dall’agenzia di tutela della salute di via dei Toscani – questa è la conferma che almeno una regina nata dal nido trovato nel 2016 nel sud del Veneto, a Bergantino, è arrivata nel territorio mantovano».

Mantova, sul lungolago il ‘Bee hotel’, la casetta per le api che non pungonoIl ‘Bee hotel’ di Mantova è il primo in Italia realizzato in un parco pubblico. Tutelare e proteggere le api solitarie è l’obiettivo, una residenza pensata ad hoc proprio per salvaguardare quelle api che, a differenza di quelle da miele, non sono preservate da allevatori. E’ quanto realizzato sul lungolago di Mantova dallo studio Realizzatori di idee, commissionato dall’associazione apicoltori mantovani.

La Vespa velutina, originaria del sud-est asiatico, è arrivata in Europa, in Francia, nel 2004 (dove in dieci anni ha causato la perdita di circa il 50% degli alveari) e probabilmente è stata introdotta con merci di origine cinese. Si è poi rapidamente diffusa fino a raggiungere Belgio, Spagna, Portogallo, Germania e, nel 2012, l’Italia. Nel nostro Paese è stata identificata per la prima volta in Liguria. Da qui in Veneto e ora nel Mantovano. La conferma arriva anche da Lover, la neonata rete di monitoraggio creata dalle associazioni apistiche di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

Chi è. La Vespa velutina causa gravi danni agli alveari, perché gran parte della dieta delle sue larve è a base di api. Le velutine pattugliano l’entrata delle arnie e catturano le api bottinatrici cariche di polline al rientro nell’alveare, le uccidono e le portano al proprio nido come alimento per la prole: 3-5 velutine davanti ad una famiglia in piena attività possono arrivare a catturare un’ape ogni 10 secondi (6 api al minuto). Dove questo predatore tiene sotto assedio gli alveari, le api bottinatrici smettono di uscire dall’arnia e la colonia di conseguenza si indebolisce. Questo influisce negativamente anche sull’agricoltura perché, essendo l’ape uno dei principali insetti impollinatori, la sua drastica diminuzione mette in pericolo la produzione di molte colture agricole. La Vespa velutina può inoltre infliggere punture pericolose e dolorose all’uomo, a volte causa di crisi allergiche anche letali, come il calabrone nostrano. «Rassicuriamo il consumatore che i prodotti apistici come ad esempio miele, melata e propoli – tranquillizza Claudia Capua, veterinaria dell’Ats Val Padana che si occupa di apicoltura – non risentono minimamente dal punto di vista sanitario e qualitativo di questa minaccia».

Come riconoscerla. È importante conoscere le caratteristiche della Vespa velutina sia per distinguerla dal comune calabrone (Vespa crabro) che per segnalarne la presenza. La Velutina ha dimensioni minori rispetto al calabrone (circa 2 cm), il corpo di colore più scuro (mentre testa torace e zampe del calabrone tendono al bruno rossastro) e le zampe sono di due colori, scure nella parte iniziale e gialle alle estremità (crabro le ha interamente di colore scuro). Vive in popolose comunità composte da una regina, qualche maschio e un grande numero di femmine sterili (operaie). I nidi primari, di forma sferica, formati dalle regine e pochi altri individui, si possono trovare a primavera, attaccati tramite un peduncolo a soffitti o terrazze, a bassa altezza e, quindi, ben visibili. I nidi secondari, invece, sono grandi vespai piriformi realizzati all’aperto in luoghi riparati e inaccessibili, talvolta a notevoli altezze (5-20 metri), per esempio sulla cima degli alberi. In estate potrebbero essere nascosti dal fogliame e possono ospitare da sei a dodicimila individui.

Che cosa fare? L’unica difesa è individuare i nidi, distruggerli ed eliminare le regine. Ma niente fai-da-te. Se si vede un calabrone asiatico (o se ne ha il fondato sospetto) o un suo nido, occorre effettuare una segnalazione sul sito www.stopvelutina.it, la rete di ricercatori e apicoltori finanziata dal Ministero e abilitata alla messa a punto di strategie di contenimento della vespa esotica.

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