Barberio (Lega) annuncia una mozione per tutelare entrambi i settori, già in difficoltà.
“Chiarire quali sono i diritti e doveri di agricoltori e apicoltori per tutelare entrambi i settori già in difficoltà. I problemi delle api appartengono anche agli agricoltori, che sono i primi ad avere l’interesse a tutelare il territorio. L’agricoltura non può fare a meno delle api, dato che circa tre quarti delle culture agrarie beneficia dell’impollinazione e le api rappresentano un ottimo esempio di cooperazione”. A dirlo è il consigliere regionale della Lega, Leonardo Barberio, che aggiunge: “Da apicoltore sono portatore di un modo di praticare l’agricoltura sana, ma anche economicamente soddisfacente per tutti coloro che dedicano la loro attività lavorativa al settore. D’altra parte sono anche un maiscoltore, attività che non ha mai influito negativamente con l’apicoltura. La situazione che stiamo vivendo penalizza sia gli apicoltori che gli agricoltori e necessita di essere affrontata”.
“Basta con il tutti contro tutti, è tempo di sedersi a un tavolo e trovare la sintesi e la tranquillità di cui necessitano i due settori”, precisa l’esponente di maggioranza.
Barberio annuncia, quindi, una mozione in cui richiederà la costituzione di un tavolo che possa dar voce a tutti i settori convolti. Poi chiosa snocciolando alcuni dati: “In Friuli Venezia Giulia, per quanto riguarda il miele di acacia, si stima una media regionale di 23-25 kg/alveare, con picchi produttivi di 30-35 kg/alveare in provincia di Gorizia, medie di 20-22 kg/alveare in provincia di Pordenone, 10-15 kg/alveare nella zona di pianura della provincia di Udine, 20 kg/alveare in Pedemontana e 15 kg/alveare in provincia di Trieste ma su un numero limitato di alveari. Una partita di 30 quintali di miele di acacia, nel 2018 in Friuli Venezia Giulia veniva scambiata a 6,5 euro/kg”.