di Marta Russo –
Il primo studio europeo dimostra su Science che i neonicotinoidi sono realmente pericolosi per le colonie delle api.
Le api continuano a essere in pericolo. A lanciare l’allarme, stavolta, un team di ricercatori inglesi del Centre for Ecology & Hydrology(Ceh), che su Science ha appena pubblicato i risultati di un esperimento europeo che aveva l’obiettivo di valutare gli impatti dell’uso dei neonicotinoidi sulle salute delle api nel nostro continente. Questi pesticidi, introdotti come alternativa sicura al Ddt, sono fortemente neurotossici e sono stati dichiarati pericolosi dalla Commissione europea e dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare e banditi dall’Ue nel 2013. Una questione, quella che questi particolari pesticidi costituiscano un reale pericolo per le api, ancora molto dibattuta tra la comunità scientifica.
Lo studio, svolto nel Regno Unito, in Germania e in Ungheria, ha esposto tre specie di api a colture di semi di colza, trattate con pesticidi come il clothianidin e il thiamethoxam, entrambe molecole ad attività insetticida appartenenti alla famiglia dei neonicotinoidi. Questi pesticidi vengo usati per uccidere parassiti, e possono essere applicati direttamente sui semi delle piante, ma molto spesso finiscono anche sul polline e sul nettare, e si sospetta che gli insetti non riescano a riconoscerne la presenza.
I ricercatori hanno scoperto che l’esposizione alle colture trattate con questi pesticidi ha ridotto in maniera significativa il successo dello svernamento delle comunità delle api, una misura fondamentale della sopravvivenza annuale, in due dei tre paesi presi in esame.
In Ungheria il numero delle colonie è diminuito del 24%, e nel Regno Unito la sopravvivenza delle colonie è stata generalmente molto bassa. In Germania, invece, non è stato riscontrato alcun effetto nocivo sulle comunità di questi insetti.
“I neonicotinoidi hanno causato una ridotta capacità per tutte le tre specie di creare nuove colonie nell’anno successivo, almeno nel Regno Unito e in Ungheria”, spiega l’autore Ben Woodcock, suggerendo che i diversi impatti sulle api tra i paesi potrebbero essere associati a fattori come la disponibilità di risorse alternative di nettare e la salute generale della colonia. Le api in Germania, infatti, avevano alveari di maggiori dimensioni e hanno avuto accesso a una più ampia gamma di fiori selvatici per nutrirsi, suggerendo come questa possa essere la spiegazione al perché solo in questo paese non vi era alcuna prova di un effetto negativo dei neonicotinoidi.
Lo studio, che ha esaminato circa 2mila ettari di terreno (pari a 3mila campi di calcio), ha tenuto conto delle malattie delle api, della qualità del paesaggio circostante, del tasso di crescita della colonia, della mortalità e della sopravvivenza all’inverno. E se da una parte, evidenziano i ricercatori, i neonicotinoidi hanno aspetti positivi come uccidere gli insetti che danneggiano le colture, possono essere applicati sul seme a bassi dosaggi, proteggono l’intera pianta e riducono la necessità di spruzzare l’insetticida ad ampio spettro, d’altra parte esistono opzioni per mitigarne gli effetti negativi sulle api, come appunto la disponibilità di piante da fiore per nutrire gli insetti. “Ma queste soluzioni richiedono ulteriori ricerche”,aggiunge l’autore.
Sì, i pesticidi neonicotinoidi sono un reale pericolo per le api