Sergio Corridoni e l’Oro degli Eremiti

di Adolfo Leoni –

Alla sua famiglia l’oro è piaciuto sempre. Piaceva a suo nonno, piace a suo padre Giuseppe, piace a lui: Sergio. Ma non l’oro dei cercatori del West, o quello dei lingotti nei bunker delle banche. L’oro che amano è di ben altra natura: è il miele, che ne ha il medesimo colore. Il miele, quello stupendo prodotto che la natura ci offre spontaneamente, o quasi. Così, Sergio Corridoni ha imparato a gustarlo sin da piccolo, nel latte, nelle colazioni spalmate su pane fragrante di casa. Ogni anno la sua gente ne consumava 10 chili. Un’enormità. Ora, da adulto fortemente appassionato, ne ha fatta la sua seconda attività, in attesa che diventi la prima.

Sergio vive a Montefortino (Fermo, Marche) e il suo piccolo laboratorio/magazzino lo ha allestito lungo la strada per Amandola, nelle vicinanze del cimitero, frazione minuscola chiamata Bugione.

Il terremoto ha colpito anche qui. Diversi residenti sono sfollati. La vita in montagna si fa sempre più dura. Ma la passione è quella che fa la differenza. «Senza passioni, non si vivrebbe da noi». E le sue passioni sono le api, il miele, i castagni, le passeggiate, le escursioni. Sergio è guida del Parco dei Sibillini. Accompagna i turisti per le nostre montagne. Paesaggio, bellezza, natura.

La sua azienda: l’Oro degli Eremiti, contiene questo mix.

Dell’oro abbiamo detto, e ne capiamo il titolo. Degli Eremiti, dobbiamo sapere che esistevano cenobi lungo la vallata del Tenna verso l’Infernaccio. Ce n’erano a San Chiodo, a Santa Croce di Rubbiano, a Sant’Antonio a Capotenna, a Santa Maria de Marte. Ce n’era – lo sappiamo bene – a San Leonardo. E cosa facevano i monaci? Allevavano le api, da cui ricavavano miele per il sostentamento e cera per l’illuminazione delle chiese. Oro degli Eremiti, dunque.

Le confezioni di miele di Sergio sono accompagnate da una pergamena che racconta queste storie. Una etichettatura così particolare da ottenere un premio al Concorso nazionale Parchi d’Italia a L’Aquila prima del suo terremoto. Anche la bontà del prodotto ha ottenuto riconoscimenti. Quest’anno, l’Oro di Sergio è stato premiato dalla Giuria tecnica dell’Osservatorio Nazionale del Miele di Castel San Pietro, in provincia di Bologna. Il 18 settembre scorso ha ottenuto le ambite «Due gocce d’oro» per i Millefiori.

Non solo: al Salone del Gusto di Torino, l’Oro degli Eremiti ha rappresentato le Marche posizionandosi bene e ricevendo apprezzamenti dalla Giuria popolare.

80 gli alveari che Sergio cura, con una produzione che varia dai 600 kg ai 10 quintali annui. Il terremoto ha distrutto alcune arnie. I coperchi sono saltati, le api congelate, dopo la morte dell’ape regina la «famiglia s’è lasciata morire». Ma si va avanti con le rimanenti.

Sergio sta ristrutturano un vecchio casolare. Pensa ad un B&B. Buoni prodotti e buon turismo.

La Scheda

Sergio Corridoni è nato l’otto gennaio del 1969 a Foligno.

Trasferitosi con la famiglia a Montefortino, dove il padre è stato comandante della caserma del Corpo Forestale dello Stato, Sergio si è diplomato ragioniere ad Amandola. Ha iniziato ad interessarsi concretamente di miele ed api grazie ad un apicultore che gli ha regalato due arnie. Dopo aver seguito numerosi corsi professionali, nel 2006 ha aperto l’azienda L’Oro degli Eremiti. I suoi clienti sono i turisti che gli hanno aperto canali in Inghilterra e Germania.

Possiede anche 30 castagni, piante di noci e di mele rosa.

A ottobre ha raccolto un particolarissimo miele di edera.

Il Resto del Carlino di sabato 26 novembre 2016