A proposito dell’Ape Nera Sicula…

Sulla specie autoctona che, nonostante resista ai pesticidi e ai cambiamenti climatici, rischia ugualmente l’estinzione.

Dagli Usa all’Europa, le api sono sempre più minacciate dai cambiamenti climatici, dai pesticidi e dagli effetti deleteri provocati da diversi dispositivi creati dall’uomo. Ne esiste però una specie che ha resistito più di altre ed è diventata praticamente immune ai cambiamenti climatici e ai danni inflitti all’ambiente dall’uomo. Non è una specie esotica, ma si trova proprio in Italia, precisamente in Sicilia: è l’Ape Nera Sicula (Apis mellifera siciliana).
Sì, nera! Infatti, l’ape dalla livrea gialla a strisce nere, che si è indelebilmente scolpita nell’immaginario collettivo, è la tipica ape ligustica, tanto diffusa da essere chiamata anche Ape italiana. In realtà esistono anche api scure, grigie e nere; una tipologia di quelle nere è appunto quella sicula, dal caratteristico colore scuro e la peluria gialla. Questo insetto pronubo è stato molto diffuso nell’Isola fino ai primi degli anni ’70, fino a quando gli apicoltori siciliani sostituirono i bugni di legno di ferula (le casse a forma di parallelepipedo usate come arnie) e iniziarono a importare api ligustiche dal nord Italia. Di lì a poco, l’ape nera sicula rischiò la totale estinzione, evitata soltanto grazie agli studi e alle ricerche di un entomologo siciliano, Pietro Genduso.

L’Apis mellifera siciliana ha la caratteristica di contenere nel proprio DNA dei geni tipici delle api africane, molto più resistenti e produttive delle ligustiche Italiane, senza peraltro averne l’aggressività. Infatti l’ape nera sicula è tradizionalmente molto tranquilla ed è spesso possibile avvicinarla senza particolari precauzioni, i produttori riescono spesso ad estrarre il miele dalla arnie addirittura senza maschere protettive.
Questo meraviglioso insetto, proprio per le sue caratteristiche continua ad essere produttivo anche nei periodi più caldi con temperatura intorno ai 40° quando tutte le altre api si bloccano. La nera sicula inoltre sviluppa precocemente la covata, tra dicembre e gennaio, evitando quindi il blocco della covata invernale comune alle altre specie, e consuma meno miele delle altre api
Per evitarne l’ibridazione le api regine sono state isolate nell’Isola di Filicudi (dove è proibito importare api di qualsiasi provenienza) dove, grazie all’impegno dell’apicoltore di Termini Imerese Carlo Amodeo, viene garantita la purezza della specie.

Da circa dieci anni l’ape nera Sicula è Presidio Slow Food e conta, ad oggi, otto produttori a Palermo, Trapani e Messina. Inoltre, da diversi anni l’ape nera Sicula è oggetto di studi da parte dell’Istituto Nazionale di Apicoltura di Bologna, che nel 2012 ha raggiunto un grande successo con l’avvio del “Progetto di reintroduzione e di conservazione della sottospecie a rischio di estinzione Apis mellifera sicialiana” finanziato dalla Regione Sicilia e in collaborazione conl’Università di Catania e di Palermo, l’Istituto Zooprofilattico della Sicilia, la Soat di Collesano, Apicoltura Amodeo e Slow Food. Il progetto prevede la ricerca di nuove linee genetiche, indispensabili per combattere il problema più grave di questa razza (la consanguineità), l’istituzione di stazioni di fecondazione in luoghi isolati sull’isola, poiché i costi per la conservazione sulle isole minori sono troppo elevati e scoraggiano gli apicoltori, la valutazione delle prestazioni della nera sicula a paragone con la ligustica.
Malgrado il grande impegno delle istituzioni e in primis dei produttori, e nonostante la loro intrinseca resistenza, la minaccia di estinzione della razza non è completamente finita.

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