Vespa velutina. Enti di ricerca, organizzazioni apistiche e Regioni fanno rete

Presentato a Bologna il “METODO Z”, buone speranze per l’opera di contenimento.

L’Unità di Apicoltura del CREA di Bologna ha promosso una riunione di coordinamento sull’emergenza Vespa velutina, presente ormai in tre Regioni italiane: Liguria, Veneto e Toscana.

Laura Bortolotti (CREA Bologna) e Fabrizio Zagni (Consigliere e Tecnico di Apiliguria), coadiuvati da Rita Cervo (Università di Firenze), Antonio Felicioli (Università di Pisa) e Marino Quaranta (CREA Firenze), hanno illustrato le prove effettuate e i risultati ottenuti finora con il “Metodo Z”, un sistema messo a punto dall’apicoltore Fabrizio Zagni.

Le relazioni hanno illustrato la metodologia e i relativi risultati ottenuti, i quali seppur riferiti alla sperimentazione, sembrano di buon auspicio e suscettibili di applicazione concreta.

La riunione, cui hanno partecipato esponenti delle Regioni (Liguria, Piemonte, Lombardia, Toscana, Veneto ed Emilia Romagna) ad oggi teatro di ritrovamenti e insediamenti, o comunque a rischio di invasione di Vespa velutina, accademici e ricercatori appartenenti agli Istituti zooprofilattici e le Organizzazioni Nazionali degli Apicoltori maggiormente rappresentative – FAI e UNAAPI – aveva come scopo principale la realizzazione di un coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti per proseguire con la ricerca scientifica sull’applicazione di questo metodo, su cui si è scelto e concordato di mantenere ancora il riserbo. L’intento è quello di giungere, tramite ulteriori sperimentazioni, a una formulazione definitiva sulla base di una ricerca scientifica coordinata dal CREA, in collaborazione con le Università di Firenze e Pisa. Tale sperimentazione sarà proposta certamente in Toscana, ma anche in tutte le Regioni in cui dovessero essere ritrovati focolai isolati e, quindi, a partire da Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia.

Dopo gli interventi delle Regioni e dei due rappresentati delle Organizzazioni Nazionali FAI e UNAAPI, riconducibili ad una piena condivisione dell’urgente azione di contrasto alla Vespa velutina, contestualmente alla richiesta autorizzativa al Ministero della Salute (Servizi Farmaceutici – Biocidi) del prodotto e del metodo (che non vedrà risultati in tempi brevi), è stato deciso l’invio al Ministero della Salute della richiesta di una applicazione del “Metodo Z” (Metodo Zagni) nelle due Regioni Toscana e Veneto. A stretto giro, pertanto, i componenti della nuova Piattaforma “Stop- Velutina” produrranno una bozza di notifica da sottoporre alle successiva sottoscrizione da parte di tutti i soggetti presenti all’incontro.

I componenti della Piattaforma che si sta così strutturando si sono espressi a favore della metodologia illustrata, che si prefigge di contenere e allentare la pressione nelle zone ad alta colonizzazione, essendo l’eradicazione ormai altamente improbabile.

Continua a dare quindi risultati il lungo lavoro di Apiliguria che, in stretto coordinamento con la FAI e con l’UNAAPI, ha promosso azioni di sensibilizzazione a partire dal 2013, segnalando la presenza effettiva del Calabrone asiatico e rappresentando alla comunità apistica e alle Istituzioni locali i grandi rischi cui si andava incontro.

L’esemplare e concreta azione promossa fin qui da Apiliguria, coordinata da Nuccio Lanteri e Fabrizio Zagni (http://api.entecra.it/index.php?c=pp&id=199), oltre che a un fattivo e pratico intervento sul campo, è andata nella direzione di coinvolgere più forze possibili, in primis la Regione Liguria, la FAI Nazionale e in seguito il CREA, le Università di Torino, Firenze e Pisa.

Ci sono state varie fasi, proseguite a partire dalla primavera 2013, con la distruzione dei primi nidi, sopperendo alla lentezza delle Autorità preposte e organizzando una rete territoriale di monitoraggio delle squadre di distruzione dei nidi, corsi per verificatori e distruttori volontari organizzati. Azione che nei primi anni è stata operata gratuitamente, distruggendo centinaia di nidi, e nell’assunzione dei costi economici oltre che dei rischi personali e verso terzi. Non è mancata, nel frattempo, la continua azione di informazione e formazione del comparto, attraverso convegni ed incontri tematici in moltissime sedi regionali oltre che nello spazio Convegni curato da FAI nel programma di almeno due edizioni di Apimell, la Fiera Nazionale dell’Apicoltura.

Un lavoro molto impegnativo che ancora una volta l’Associazionismo apistico, territoriale e nazionale, ha svolto volentieri tutti coscienti – gli apicoltori locali e le loro realtà Associative e di rappresentanza, del proprio ruolo sociale, legato non solo alla produzione, ma anche alla salvaguardia del patrimonio apistico e del territorio, oltre che al contenimento di una emergenza che travalica i confini del mondo apistico e rappresenta motivo di preoccupazione anche per la collettività. Impegno del mondo apistico che non trova analogo riscontro da parte delle Istituzioni (Ministeri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e della Salute) ancora alla ricerca della definizione di una propria area di competenza in materia di “invasione di una specie aliena nel territorio nazionale”.