Merate (Lombardia). Annata nera per il miele di acacia a causa del clima, cala la produzione

Anche gli apicoltori del territorio meratese hanno dovuto fare i conti, al pari dei “colleghi” dell’intero territorio lariano, con un crollo nella produzione di miele di acacia dovuto al clima particolarmente instabile degli ultimi mesi, caratterizzato dal riacutizzarsi del freddo in primavera (il periodo appunto della fioritura), seguito dal maltempo e successivamente da giorni di calco particolarmente intenso.
Chi produce miele ha quindi dovuto puntare su altre varietà come tiglio, millefiori e castagno, optando per spostare i favi al fresco in direzione delle alture presenti sul nostro territorio. Un provvedimento, quest’ultimo, messo in atto ormai abitualmente per cercare di evitare gli effetti dell’eccessivo calore.
La Coldiretti ha stimato che gli apicoltori del Lario abbiano detto addio al 30% del miele, basandosi sul monitoraggio di oltre 24.000 alveari presenti nelle Province di Como (11.740) e Lecco (12.390).
Ha confermato la perdita per quanto riguarda il miele di acacia (che da solo costituisce cirda il 50% dell’intera produzione) il titolare dell’Apicoltura Ravasi di Merate, che ha “recuperato” grazie alle altre varietà.
Alessandro Giudici, dell’omonima realtà situata a La Valletta Brianza (ex Comune di Perego) da anni cerca di sfuggire alle insidie del meteo spostando i suoi alveari sul territorio, non solo nei paesi limitrofi ma anche in Valsassina (per le varietà che traggono vantaggio dal fresco) o nella Provincia pavese dove grazie all’irrigazione delle risaie le piante – e di conseguenza i fiori che servono agli insetti – soffrono meno la siccità.
Si è stabilito a La Valletta Brianza anche Raffaele Fumagalli, titolare di circa 200 alveari dislocati tra l’ex territorio di Rovagnate, Montevecchia e Beolco a Olgiate Molgora. “Il freddo arrivato a maggio ha danneggiato il nettare necessario per il miele di acacia, il 50% del fatturato è andato perso” ha spiegato mostrandoci alcune delle sue arnie. “Stiamo recuperando grazie al mille fiori, che non ha subito conseguenze”.
Ha concentrato la produzione su determinate varietà di miele anche Dario Vigorelli di Cascina Mirasole a Lomagna, che possiede 40 alveari.
Ne hanno 700 alla Apicoltura La Molinata Fratelli Pirola Ss di Missaglia, che si attendono per quest’anno un taglio netto del fatturato pari al 50%. “Il venir meno della fioritura di acacia ci ha privato di buona parte della produzione, le api inoltre non sono in ottime condizione e deve essergli somministrata un’aggiunta di zuccheri. Bisogna fare attenzione a stare alla larga da zone dove vengono utilizzate determinate sostanze per il frumento e il mais ma anche contro le zanzare, che possono fare male agli insetti”.
In Lombardia – in base alle previsioni Coldiretti – ci sono 5.000 apicoltori e 143.000 arnie e quest’anno si rischia di ottenere 500 tonnellate in meno di miele e di prodotti dell’alveare rispetto alle 1.700 delle altre annate.

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