Popille, xylelle e vespe velutine. È l’invasione degli ultra-insetti

Censite 63 nuove specie di organismi non autoctoni. Danni per miliardi all’agricoltura. E rischi per l’uomo.

Uno dei microscopici insetti arrivati nel nostro Paese da molto lontano, ma ormai diventati ordinaria amministrazione per chi, tutti i giorni, è costretto a contare i danni. Secondo gli esperti, siamo di fronte a una vera invasione di organismi alieni. Definiti così perché non autoctoni, ma comunque in grado di ambientarsi bene alle nostre latitudini anche grazie ai cambiamenti climatici.

Negli ultimi anni in Italia sono state contate 63 nuove specie, catalogate da Agrinnova, il Centro di competenza per l’innovazione del campo agro-alimentare dell’università di Torino. Dell’elenco fanno parte insetti fimo a pochi anni fa del tutto sconosciuti. La Popilla Japonica, per esempio, che da tre anni sta letteralmente devastando il verde fra Lombardia e Piemonte. Ancora, il Cinipide Galligeno che rischia di sterminare i castagni. E il Citrus Tristeza Virus, che ha già attaccato moltissimi agrumi in Sicilia. Gli esperti recentemente hanno individuato anche la Batteriosi Psa, che colpisce soprattutto i kiwi, e l’Erwinia Amylovora, che in Emilia Romagna distrugge i raccolti di mele e pere. Senza dimenticare il famigerato punteruolo rosso – il nome scientifico è Rhynchophorus Ferrugineus – che ha flagellato gran parte delle palme nel nostro Paese.

Da Nord a Sud questi minuscoli organismi mettono in ginocchio l’agricoltura, mentre la ricerca prova a trovare una soluzione. Non è un caso che proprio l’Italia sia diventata ormai leader nei trattamenti fitosanitari degli imballaggi in legno per l’export, con un aumento del nove per cento registrato nei primi sei mesi del 2017. Ma non è solo il Belpaese a soffrire. L’invasione delle specie aliene sta creando problemi in tutta l’Unione europea, dove ogni anno si registrano danni per 12,5 miliardi di euro.

E c’è di più. Perché a essere colpita non è solamente l’agricoltura. Gli insetti esotici sono pericolosi anche per la salute dell’uomo. Proprio quest’anno è scattato l’allarme vespa orientalis e velutina. Sono arrivate da Cina e Medio Oriente e stanno aumentando, in modo esponenziale, i casi di reazioni allergiche gravi. Secondo i dati della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica, ogni anno sono cinque milioni gli italiani punti da api, vespe e calabroni e circa 400mila patiscono reazioni allergiche o shock anafilattici. La presenza di specie tropicali non fa che peggiorare la situazione, con circa 50 casi di decesso ogni anno. «La vespa orientalis è originaria del Sud Est europeo e del Medio Oriente ed è presente soprattutto in Sicilia – conferma il presidente della Società, Walter Canonica -. Sta risalendo la penisola perché trova un habitat ottimale. Peraltro l’aumento delle temperature può cambiare il comportamento degli animali: i nidi si stanno ingrossando e rischiano di diventare perenni invece che annuali».

Gli occhi, dallo scorso anno, sono puntati anche sulle cosiddette cimici cinesi. Proprio nell’estate 2016 è stata registrata l’invasione fra Veneto e Friuli, con danni incalcolabili per i raccolti. Secondo gli esperti, sono in grado di mettere in ginocchio l’agricoltura visto che ogni esemplare può deporre fra 300 e 400 uova alla volta. I primi avvistamenti risalgono nel 2012 in Emilia Romagna. Da allora la situazione è precipitata. E questi insetti rischiano di diventare tristemente familiari. Proprio come l’odiatissima – ed esotica – zanzara tigre.

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