Dopo il maxi sequestro di miele, l’Apicoltura Casentinese si difende: “Solo un errore”

L’azienda casentinese respinge l’accusa di frode in commercio.

Bibbiena (Arezzo). Respinte le accuse di frode. L’Apicultura Casentinese si difende dopo il blitz dei carabinieri forestali della Procura di Arezzo e del Nas di Firenze che la scorsa settimana hanno sequestrato 22 tonnellate di miele nella storica azienda casentinese, miele che sarebbe stato venduto come prodotto di alta qualità pur avendo caratteristiche inferiori a quelle dichiarate. “Si tratta solo di un equivoco: le analisi hanno confermato l’assoluta regolarità, genuinità e corrispondenza del nostro prodotto. Abbiamo subìto un danno enorme ma dimostreremo la nostra buona fede”.

Con la voce ferita e quasi incredula per quanto accaduto, Alberto Ricci , Maurizio Fabbri e Lucio Ragazzini, proprietari della storica azienda Apicoltura Casentinese, sono usciti allo scoperto per difendersi dalla pesante accusa di frode in commercio. “Innanzitutto il prodotto oggetto di sequestro non è mai stato avviato al commercio ma è immagazzinato all’interno dell’azienda – hanno precisato i soci dell’azienda – abbiamo effettuato le analisi sul lotto oggetto di sequestro negli istituti di analisi riconosciuti a livello ministeriale ed accreditati a livello europeo che hanno confermato l’assoluta regolarità, genuinità e corrispondenza del prodotto. Ben 144 parametri analizzati su otto campioni prelevati sono risultati conformi, l’eccezione riguardava un solo parametro in un solo campione di miele da 0,3 tonnellate, poi anch’esso risultato regolare”.

L’Apicoltura Casentinese ha precisato di aver pagato il miele sequestrato come miele unifloreale di acacia e di non aver mai immesso in commercio un miele millefiori prodotto dalle proprie api o acquistato da apicoltori vendendolo come miele di Acacia. “Non immettiamo mai nessun miele in commercio prima di aver fatto tutte le analisi che ne certificano l’assoluta qualità e idoneità alla sua commercializzazione e indichiamo da sempre in maniera inequivocabile, su ogni confezione, la provenienza del miele, sia che sia a marchio nostro che a marchio di aziende terze”. La società, certificata e presente sul mercato da oltre 30 anni, ha fatto sapere di avere al suo interno esperti sensoriali del miele che effettuano ogni anno oltre 9 mila panel test sui mieli immessi in commercio e un ufficio qualità che effettua oltre 5 mila analisi ogni anno per garantire la migliore qualità e l’idoneità di ogni prodotto che immette in commercio. “Per la tutela dei nostri consumatori e dei nostri clienti investiamo in qualità oltre 300 mila euro all’anno – hanno aggiunto i proprietari – confidiamo nel lavoro dell’autorità giudiziaria affinchè la stessa possa verificare la veridicità di quanto affermato ed il contenuto delle analisi in nostro possesso, sicuri che tale equivoco sarà chiarito in tempi brevi. Rimane a disposizione di voglia verificare nella nostra sede quanto dichiarato”.

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