La piramide firmata Missika, nuovo tempio di api nomadi

Una piramide a gradoni a testa in giù, piantata in mezzo a un prato e «traforata» da migliaia di buchi, differenti per dimensione e posizione. È arte ma non solo, quella che Adrien Missika, 37 anni, nato a Parigi e adottato da Berlino dopo la laurea all’Ecole cantonal d’art di Losanna, alle spalle un curriculum di mostre e installazioni in giro per il mondo, ha realizzato per la fondazione La Raia di Novi Ligure, un universo fondato dalla famiglia Rossi Cairo che tra le colline del Gavi fonde produzione di vino biodinamico e miele con cultura, arte e design. Missika ha chiamato la sua creazione «Palazzo delle api» ed è ciò che è davvero: un «condominio» in pietra di Luserna dove gli insetti impollinatori che popolano questo primo lembo di Appennino tra Piemonte e Liguria possano trovare riparo.

Non è la prima volta che Missika si cimenta in quelli che vengono definiti: «Bee hotels», alberghi per api, appunto, diffusi sia tra i giardinieri sia tra i coltivatori per agevolare la circolazione degli insetti amici di fiori e piante. Dopo una ricerca partita in Messico alcuni anni fa, l’artista ne ha dato la sua interpretazione realizzandone di diversi, con materiali di recupero e in varie forme e dimensioni, a seconda dei contesti e degli insetti a cui le singole creazioni erano destinate.

Ilaria Bonacossa direttore artistico della fondazione La Raia: «La struttura capovolta garantisce la democrazia»

A La Raia ha fatto una scelta: costruire un’opera che accogliesse quante più specie di insetti impollinatori possibili, data anche l’estrema varietà della zona. Ed è nata la piramide a testa in giù, hotel per api e affini dotato di oltre 2300 fori di diverse dimensioni ricavati nella pietra, in cui possano trovare riparo e deporre uova dai bombi alle coccinelle. Insetti nomadi, in cerca di casa, come i migranti che attraversano il Mediterraneo coinvolgendo l’Europa nella sfida dell’integrazione. È anche questo il messaggio che porta con sé il lavoro di Missika.

«Il suo progetto nasce dalla volontà di inserirsi nel paesaggio con un intervento legato alle attività dell’azienda, che produce vino e miele biodinamici – spiega Ilaria Bonacossa, direttore artistico de La Raia -. Ma il Palazzo è anche uno spazio utopico di coabitazione per api nomadi in cui la pietra rimpiazza la cera creando un alveare inaspettato e in cui le gerarchie sono capovolte proprio come la piramide, offrendo una democratica convivenza». Palazzo delle Api sarà inaugurato domenica ma il pubblico potrà scoprirlo dalla prossima settimana.

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