La famiglia Tognoni e le api. Un sogno diventato realtà

di Francesca Lenzi –

I figli hanno preso in mano l’azienda di molti ettari alle Caldanelle, vicino Baratti Miele di tutte le qualità, si può adottare un’arnia, e progetti per altri prodotti bio.

Ci sono i gusti classici, quelli più noti, come castagno, acacia e eucalipto. E poi ce ne sono tanti altri. Alcuni adatti per essere gustati con il formaggio, altri per addolcire una tisana, e poi ci sono vasetti particolarissimi, che nascondono un mondo da scoprire. Si va dal miele tartufato a quello di acacia e aceto balsamico, dallo zafferano al peperoncino, fino all’appetitoso nocciole e cacao; e che dire del miele con curcuma e di quello scurissimo con l’alga spirulina?

Nient’altro che bene, dopo averli assaggiati tutti. Siamo all’Apicoltura Tognoni, zona Populonia, lungo via delle Caldanelle e ad accoglierci c’è Alessandra Tognoni che, insieme alla famiglia, gestisce un’azienda nata nel dopoguerra (grazie ai nonni che, dalla fattoria di Populonia, si trasferirono alla Sdrisciola) ma che il miele ha iniziato a farlo soltanto nel 1986. «Piaceva a mamma Giuliana – racconta Alessandra –. Il primo anno, però, venne la varroa, un acaro parassita, che fece morire tutte le api. Ma si continuò a fare il miele». Negli anni l’apicoltura è cresciuta fino alle odierne 50 arnie per un numero di api non quantificabile. «Ogni arnia ne contiene migliaia – dice Alessandra –. Le api hanno un ciclo di vita brevissimo e formano come un unico organismo». Animali eccezionali, fondamentali per l’equilibrio naturale, tanto che i Tognoni hanno pensato di lanciare l’iniziativa “Adotta un’arnia, salva le api”. Con un minimo di 60 euro si ottiene 6,5 kg di miele e una visita guidata all’arnia. Oltre alla soddisfazione di aver contribuito a salvaguardare le api.

«Sono circa una trentina finora le adozioni – spiega Alessandra Tognoni –. C’è tempo, però, sino alla fine dell’estate (per info www.apicolturatognoni.it). L’idea è di coinvolgere anche i bambini, e abbiamo già iniziato, con un percorso di conoscenza direttamente in azienda. Il sogno? Una fattoria didattica». Ma Alessandra guarda lontano. È lei la Tognoni che vorrebbe fare della terra e della natura il proprio futuro professionale, al passo coi tempi. «Eh, diciamo che è in atto uno scontro generazionale – dice la ragazza sorridendo – babbo Sauro, professore di ginnastica in pensione, e nonna Tosca, sono vecchio stampo, mentre io guardo alla permacultura, cioè toccare il minimo possibile la terra, raccogliere di meno ma preservare l’ambiente. Gran parte degli ettari che abbiamo sono dati in affitto; io però vorrei riappropriarmene per fare tante cose, prodotti biologici con pochissimo impatto ambientale. Una zona di biodiversità, non solo per le api. Qui ci sono libellule, rane, e solo l’altro giorno ho trovato la muta di un serpente». Non c’è solo miele alla fattoria Tognoni.

«Abbiamo raccolto ieri il grano antico – spiega Daniele, fratello di Alessandra –. È un esperimento e adesso faremo pasta e farina». Più avanti c’è un pezzo di terra seminato a carmagnola «che piace alle api e migliora il terreno – spiega –. Qua invece ci sono le patate viola, là dietro l’impianto di fitodepurazione e ora stiamo provando a coltivare funghi». E ovviamente ci sono loro, le api. Che svolazzano dentro e fuori le arnie colorate, producendo miele che i Tognoni prendono in minima parte. «Dobbiamo proteggerle e proteggere anche l’ambiente dove vivono – dice Alessandra –. Mai ucciderle, semmai chiamarci per venire a prenderle. Il nostro è un gioco di squadra: io aiuto loro, e loro aiutano me».

iltirreno.gelocal.it