I neonicotinoidi, gli insetticidi molto utilizzati ma anche in parte vietati o sospesi per la loro tossicità in particolare sul comportamento delle api, sono molto dannosi anche per le larve, e questo potrebbe contribuire a spiegare perché, laddove vengono impiegati, le popolazioni diminuiscono (spesso drasticamente). Per la prima volta infatti un team di ricercatori tedeschi, del Bee Research Institute of the Polytechnical Society dell’Università di Francoforte, è riuscito a documentare in diretta che cosa succede quando queste sostanze entrano in contatto diretto con i piccoli.
Per filmare ogni passaggio, i ricercatori hanno messo a punto quattro alveari con una parete trasparente su cui hanno appoggiato una telecamera specifica, che lavora con la luce infrarossa e quindi non disturba, e hanno studiato il comportamento delle nutrici alimentate con acqua zuccherata con o senza due tra i neonicotinoidi più usati, il Thiacloprid e il Clothianidin.
Di solito le uova vengono deposte dalla regina in spazi creati apposta e accuratamente puliti prima della deposizione. Una volta rilasciate, le uova sono nutrite da api nutrici per sei giorni. Alla fine di questa fase, le nutrici creano un tappo di cera che chiude il nido. Le larve, nutrite e al sicuro, possono così iniziare la metamorfosi, alla fine della quale avranno una testa, un corpo, delle zampe e delle ali: a tre settimane dalla deposizione sono pronte per uscire dal bozzolo e poi dai nidi, e sono diventate a tutti gli effetti api adulte.
Come hanno raccontato e anche mostrato in un video (vedi sotto) gli autori su Scientific Reports, però, se nell’acqua zuccherata (che può essere paragonata al polline e al nettare di cui si nutrono normalmente le api) somministrata alla nutrice ci sono i neonicotinoidi, il comportamento di quest’ultima cambia: nell’arco della giornata nutre meno le larve e alla fine queste impiegano dieci ore di più, in media, per completare la metamorfosi. E questo intervallo potrebbe essere responsabile del mancato sviluppo di molte larve, perché permette al più temibile dei parassiti, la Varroa mite (e probabilmente non solo a questo) di svilupparsi molto più del solito, e di compromettere tutta la nuova generazione. La Varroa i fatti, come altri, se presente si trova nel nido prima della chiusura col il tappo; se tutto procede come previsto, e le uova impiegano i sei giorni standard, non riesce a fare danni troppo estesi. Se però il tempo a disposizione si allunga la situazione cambia e il parassita prolifera.
Oltre a ciò, poiché i neonicotinoidi agiscono direttamente su uno dei principali neurotrasmettitori del sistema nervoso, l’acetilcolina, interferiscono con il comportamento delle nutrici, e anche questo ha certamente un ruolo. In particolare, le nutrici fanno arrivare il nutrimento alle larve attraverso una gelatina che contiene anche acetilcolina: se ci sono i neonicotinoidi la concentrazione di acetilcolina cala molto, anche per piccole dosi di insetticidi, e ciò ha ripercussioni sullo sviluppo.
Gli autori non sanno dire quali di questi effetti sia predominate o se siano tutti quanti, insieme, a dare come esito finale un minor numero di api, ma di sicuro queste sostanze agiscono direttamente sulle nuove generazioni, decimandole.