Miele, il maltempo di giugno rischia di rovinare la produzione

di Andrea Carotenuto –

Torna la produzione di miele di acacia, azzerata lo scorso anno, ma “a macchia di leopardo”.

Genova – Un’annata che stava promettendo bene ma che è stata funestata da tre settimane di maltempo a giugno. Un bilancio tra luci ed ombre quello che si può tracciare a metà stagione per la raccolta del miele nella provincia genovese, con apicoltori che hanno già fatto un buon raccolto di acacia – praticamente inesistente lo scorso anno, sempre a causa del maltempo –  e chi invece dovrà aspettare altre fioriture per poter imbarattolare e quindi avere qualcosa da offrire ai propri clienti.

Ancora una volta la produzione di miele in provincia di Genova risente in modo rilevante dell’instabilità del tempo.

«Stiamo registrando una produzione “a macchia di leopardo” – spiega Marco Corzetto, di ApiGenova – con apicoltori che hanno fatto una raccolta buona di acacia e altri che faticano perché l’ondata di maltempo ha costretto le api a restare negli alveari e hanno dovuto consumare il miele che avevano raccolto».

Il delizioso prodotto degli alveari, infatti, è una “riserva” di cibo che le api raccolgono, lavorano e immagazzinano per l’inverno. Nella buona stagione raccolgono grossi quantitativi che servono a far crescere le colonie ma anche per mettere da parte qualcosa per il periodo più difficile, quello invernale. Un buon apicoltore preleva solo la quantità di miele che non influisce sul buon andamento della vita dell’alveare, lasciando il resto a chi lo ha prodotto.

«Chi ha gli apiari (le postazioni con gli alveari, ndr) in zone più alte – spiega ancora Corzetto – ha visto calare le riserve di miele in modo drastico e ovviamente non ha prodotto nulla. E’ successo a giugno quello che lo scorso anno è successo a maggio. Il maltempo ha portato il freddo e le api, chiuse nell’alveare anche in colonie di 60mila esemplari, si sono mangiate tutto quello che avevano raccolto prima».

«Negli ultimi anni – spiega Giuseppe Sarzana, responsabile di ApiLiguria sezione Genova – con il cambiamento climatico si è avuta una grossa riduzione dei raccolti di miele, per non parlare dell’anno passato che è stato un disastro. Parliamo di Robinia, volgarmente chiamata Acacia, e nel periodo di fioritura influiscono moltissimo le condizioni climatiche. Durante la fioritura dell’acacia è iniziato un periodo di instabilità meteorologica che ha portato repentini variazioni di temperatura. Si passava dal caldo al freddo con giornate di pioggia. Il raccolto non è stato buono. Alcune zone sono riuscite a produrre e altre sono rimaste a zero».

«A noi è andata molto bene all’apiario sulle alture di Quezzi, dove abbiamo le coltivazioni – racconta Matteo Rizzitano, apicoltore di Ortobee – abbiamo raccolto 120 chili di miele di acacia con una decina di arnie. E’ il primo raccolto qui e quindi siamo soddisfatti. L’altro apiario di Bavari è rimasto “a secco” e ci prepariamo per il castagno».

Nel complesso, però, gli apicoltori sono ottimisti poiché “le famiglie” di api godono di ottima salute e quello che riescono a bottinare sui fiori serve comunque per la loro alimentazione.

Un primario interesse dell’apicoltore è ovviamente il benessere delle api ed anche se la produzione è inferiore alle attese, la cosa più importante è la buona salute degli insetti.

Le speranze per riprendere la produzione si concentrano ormai sul castagno. Il caldo sta accelerando la fioritura e la pioggia dei giorni scorsi potrebbe essere molto importante per la produzione di nettare che è il componente primario del miele.

L’andamento irregolare della produzione è comunque caratteristica comune a tutto il mondo dell’apicoltura “di qualità” ed un apicoltore difficilmente può garantire quantità di miele illimitate e di ogni tipo. L’invito dei produttori è sempre quello di rivolgersi a chi realizza piccole produzioni e offre massima trasparenza nell’intero ciclo della raccolta e confezionamento.

Un apicoltore di ottimo livello qualitativo non ha nulla da nascondere e tutto l’interesse a far comprendere con chiarezza il suo difficile lavoro.

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