Un progetto di apicoltura urbana tra Ponte a Ema e Grassina ideato dal Comune in collaborazione con l’Associazione regionale dei produttori apistici (Arpat).
Promuovere e sostenere l’apicoltura in contesti urbani può essere una strategia per risolvere lo spaventoso problema della scomparsa delle api dal nostro pianeta. La città può essere un luogo protetto per questi fondamentali insetti impollinatori, un ambiente lontano da pesticidi e concianti utilizzati invece in modo massiccio nelle campagne. Stanno diventando parecchie le città che abbracciano questa nuova forma di protezione della biodiversità, tra queste Bagno a Ripoli, i cui giardini diventeranno una nuova casa per le api e i loro alveari.
Il progetto di apicoltura urbana ideato dal Comune sarà portato avanti in collaborazione con l’Associazione regionale dei produttori apistici (Arpat), un ente senza scopo di lucro che riunisce 600 soci e rappresenta oltre 26 mila alveari in tutta la Toscana. Due le iniziative che troveranno concretezza in estate, ieri si sono svolti i primi sopralluoghi.
Dieci nuovi alveari saranno collocati in prossimità dell’Oratorio di Santa Caterina delle Ruote a Ponte a Ema, nello spazio verde adiacente al nuovo parcheggio. Qui Arpat accompagnerà i nuovi potenziali apicoltori a visitare le api insegnando loro le azioni principali per mantenerle in salute, con una particolare attenzione alla didattica per i bambini delle scuole del territorio.
Al parco urbano di Grassina, in prossimità della pista ciclabile, in una posizione compatibile con l’attività del giardino e in assoluta sicurezza, sarà invece installato uno speciale gazebo espositivo trasparente e privo di copertura che consentirà a tutti di osservare da vicino l’attività di questi insetti instancabili e laboriosi e le operazioni dell’apicoltore. Gli alveari saranno dotati di sensori che consentiranno di monitorare costantemente l’attività delle api, quanto miele produrranno e, attraverso la composizione di quest’ultimo, come si evolve la situazione ambientale e la biodiversità nell’area circostante gli alveari.
“Sappiamo tutti che le api – dice Duccio Pradella, presidente di Arpat – producono miele, polline, pappa reale e propoli ma sappiamo anche che l’importanza delle api è soprattutto dovuta al loro instancabile lavoro di impollinazione. Ogni ape può visitare ogni giorno fino a 700 fiori, trasportando il polline da un fiore all’altro, con un passaggio fondamentale per l’agricoltura, l’ambiente e la biodiversità”.
Fonte: Comune di Bagno a Ripoli
Biodiversità, i giardini di Bagno a Ripoli nuova casa per api e alveari